Inchiesta 196/2017
Corvi neri su un campo di grano e la filosofia dei bistrot
In un pianeta sull’orlo dell’abisso vivere,
per molte persone, è “un villaggio dove
si fanno brutti sogni”
Scenari nazionali
Intervista al nuovo segretario
della Fiom di Bologna.
Pomigliano e i voucher.
La sfida delle migrazioni.
La dipendenza da videogiochi
Scenari internazionali
Il postcapitalismo
L’ambiente dopo Trump
Le delocalizzazioni
Il settore dell’auto
Rivoluzione digitale e
coesione sociale
Conflitti in Brasile
Dossier
Pianeta Tai Chi: dal principio Tai Chi ad una visione
globale armonica e difforme
a cura di Massimo Mori
- ISBN: 9788822082893
- Anno: 2017
- Mese: aprile-giugno
L’editoriale
Corvi neri su un campo di grano e la filosofia dei bistrot
Vittorio Capecchi
Ricordi
Ricordo di Valentino Parlato
Antonio Lettieri
Ricordo di Riccardo Terzi
Mario Sai
Scenari nazionali
Da Pomigliano ai voucher
Umberto Romagnoli
Sperimentare ed estendere i confini della nostra azione contrattuale
Michele Bulgarelli intervistato da Tommaso Cerusici
L’Italia, luogo di importanza strategica per l’Europa. Migrazioni, euro, guerra
Lucio Caracciolo
Parlare oggi di Marx ed Engels e interrogarsi sulle nostre origini e fondamenti
Aldo Tortorella
Fila diritto!
Emilio Rebecchi
Scenari internazionali
Riflessioni su “Postcapitalismo” di Paul Mason
Francesco Garibaldo
La presidenza di Trump: poco sole, tanti fossili e … nucleare
Mario Agostinelli
I processi di delocalizzazione in Europa
Matteo Gaddi e Nadia Garbellini
L’evoluzione tecnologica del settore dell’auto e la parallela (inevitabile?) crisi del lavoro
Vincenzo Comito
Rivoluzione digitale e coesione sociale
Fiom Bologna ed Emilia Romagna, IG Metal di
Wolsburg
Precariato e conflitto sociale nel Brasile contemporaneo
Ruy Braga intervistato da Davide Bubbico
Dossier
Pianeta Tai Chi: dal principio Tai Chi ad una visione globale armonica e difforme
a cura di Massimo Mori. Interventi di Massimo Mori, Franco Cracolici, Amina Crisma, Graziano Graziani,
Flavio Valerio, Marco Venanzi, Luigi Luchena, Valter Borellini, Andrea Brighi, Tiziana Colusso
Vittorio Capecchi
Corvi neri su un campo di grano
e la filosofia dei bistrot
Vincent van Gogh e Marc Augé
La vita quotidiana in questo pianeta, che le sciagurate politiche ambientali stanno portando verso un precipizio, oscilla tra un quadro di van Gogh e un noto saggio di Marc Augé. Il quadro di van Gogh è quello dal titolo Campo di grano con corvi ed è stato dipinto nel 1890 ad Auvers-sur-Oise. Van Gogh sta male, la visita a Parigi dal fratello e dal nipotino lo hanno turbato e dipinge Campo di grano con corvi in modo drammatico: i suoi tipici colori sfavillanti, i gialli del grano e i blu del cielo, diventano improvvisamente attraversati dalla morte. Il 27 luglio 1980, con il quadro non ancora terminato, van Gogh va in uno di questi campi e si spara al petto con un vecchio revolver. Dopo due giorni muore per emorragia interna con vicino il fratello e il medico all’età di trentasette anni e la sua bara venne interamente coperta dai girasoli che aveva amato. Quando scorrono le notizie degli attentati, dei morti in mare o dei morti per disperazione mi viene in mente questo quadro dove i colori cambiano improvvisamente e arrivano i corvi neri. Non ho rimpianti del passato perché quando ero bambino ho visto i corvi neri da vicino: durante la seconda guerra mondiale la mia famiglia era venuta via da Pistoia ed aveva trovato riparo in una casa contadina alla Croce di Belvedere dove c’era conflitto tra SS e i partigiani che mia madre curava quando erano feriti (mi era del tutto chiaro che, se l’avessero trovata mentre li curava, le SS avrebbero ucciso lei e i partigiani) e poi la visione in diretta del più grande bombardamento di Pistoia nella notte tra il 24 e 25 ottobre del 1943 (eravamo tornati a casa proprio la mattina del 24 perché la situazione a Pistoia sembrava tranquilla). A queste immagini di corvi neri si contrappongono quelle del saggio di Marc Augé Un etnologo al bistrot (tradotto in italiano da Raffaello Cortina). Il bistrot, il bar, il cortile della casa di campagna in cui eravamo sfollati … sono i luoghi delle chiacchiere tra amici e del vedere la gente che passa. La filosofia dei bistrot (come ha scritto Bruno Giorgini su www.inchiestaonline.it) è l’immagine alternativa a quella dei corvi neri e la sua vittoria sui corvi neri dovrebbe essere l’obiettivo di una politica (di sinistra) e dei sindacati. Consiglio di leggere questo editoriale ascoltando (è disponibile su you tube) la poesia di Louis Aragon Au bout de mon âge musicata da Jean Ferrat. La musica di Jean Ferrat è quella amicale e calda della filosofia dei bistrot ma le parole parlano di un vivere che, per molte persone, è “un villaggio dove si fanno brutti sogni”. Gli scenari internazionali, nazionali e il Dossier che compongono questo numero di Inchiesta in che direzioni vanno: corvi neri o filosofia dei bistrot?
Scenari internazionali
I corvi neri volano in scenari che attraversano temi spesso tra di loro intrecciati: economia della mondializzazione, morti sul lavoro e a causa di assenza di lavoro, disuguaglianze economiche tra e all’interno delle nazioni, guerre e terrorismo, donne uccise per femminicidio, morti per malasanità e assenza di sanità, morti per povertà e carenze di acqua e cibo, morti per criminalità internazionale, morti per migrazioni e disastri ambientali. Mario Agostinelli ci aggiorna sulle politiche ambientali dopo l’uscita di Trump dagli accordi di Parigi. L’Europa è invece al centro dell’articolo di Matteo Gaddi e Nadia Garbellini che analizzano le conseguenze delle delocalizzazioni. Francesco Comito analizza le prospettive dell’auto e le conseguenze sull’organizzazione e la presenza di chi vi lavora mentre a cura di Volker Telljohann viene pubblicato un documento congiunto su rivoluzione digitale e coesione sociale a cura della IG Metal di Wolsburg e della Fiom Bologna ed Emilia Romagna. Gli scenari internazionali si spostano poi verso il Brasile con Davide Bubbico che intervista Ruy Braga docente di sociologia del lavoro. A tutti questi pezzi abbiamo premesso quello di Francesco Garibaldo che, partendo dal libro “Postcapitalismo” di Mason presenta una sua proposta teorica per distinguere tra capitalismo e postcapitalismo che può essere utilizzata come introduzione a tutti gli altri testi.
Scenari nazionali
I corvi neri volano anche negli scenari nazionali che, in questo numero, iniziano con un pezzo di Umberto Romagnoli sulla relazione tra quanto accaduto alla Fiat di Pomigliano e le ultime vicende dei voucher. Poi Lucio Caracciolo analizza in Italia il tema delle migrazioni, euro e guerra. Seguono due testi che cercano di indicare delle vie per capire e riflettere sulla presenza e attività di corvi neri. Una via è quella indicata da Aldo Tortorella (classe 1926) che indica come riflessione quella sulle nostre origini e fondamenti (guardare indietro per guardare avanti). L’altra via è quella indicata da Emilio Rebecchi: guardare non solo al passato ma anche al futuro attraverso gli occhi e i problemi delle nuove generazioni. Nel testo di Rebecchi c’è anche una riflessione sulle due immagini (corvi neri e filosofia dei bistrot) con cui questo numero è stato immaginato: le due immagini sono sempre insieme: i corvi neri nel pezzo di Rebecchi sono l’inquinamento del traffico e la dipendenza da videogiochi ma c’è anche la filosofia dei bistrot con l’immagine finale delle “nonne che mettevano la seggiola sulla porta per guardare il passeggio”.
Dossier
Il Dossier, a cura di Massimo Mori, ha come titolo “Il pianeta Tai Chi: dal principio Tai Chi a una visione globale armonica e difforme”. Inchiesta nel numero 181 del 2013 aveva già pubblicato un Dossier a cura di Massimo Mori sull’arte del taijiquan con articoli di Massimo Mori, Amina Crisma e Marco Venanzi. In questo numero (che come il precedente riporta gli atti di un convegno tenuto a Firenze) i contributi sono ancora più numerosi e mostrano che un’arte marziale fa parte di una strategia alla ricerca del Dao. I corvi neri presenti dentro di noi possono essere tenuti lontano e le energie canalizzate in una armonia secondo una concezione di vita che non è in fondo diversa da quella della filosofia dei bistrot.