Before ending up into books, grammar is already in our head. It lives there, decomposed into paradigms or into many drawers containing verbs, names, adjectives… and even parts of words that we could use to compose new words. All these different parts are ready to come «into play», or combine well with each other and form the «matches» of our speeches and the texts we write. To know the rules of the game helps us to understand the «moves» of the other players, or the conversations we listen to and the texts we read - even the most abstruse texts, such as the poem based on the tospi agìluti that the main character of the book has to face with. With the help of a special teacher and a mother who - inexplicably - loves grammar tasks, Clarice learns to recognize the different parts of the words, their shapes and even their functions and the way they organize in order to compose a phrase: with order, according to their regency, in accordance and connection.
After reading the story, you could come with Clarice into the grammar’s laboratory to do unusual experimentation.
Cristiana De Santis
Grammar in play
illustrated by Elena Veronelli
What is the game we play when we think, speak or write? A tale to discover the game of grammar and its rules.
- Series: Piccola biblioteca di scienza
Subject: Didactics
Year: 2011
Month: october
Format: 13,5 x 19 cm
Pages: 80
Grammatica in gioco - Le regole del gioco - C’è parola e parola - Tutti in classe! - Le parole in campo - Chi è che comanda - La chimica della frase - Grammatica fa rima con matematica - Il codice della strada - Approfondimenti - Prova da solo - Glossario - Bibliografia - L’angolo dei grandi - Indice analitico
Grammatica fa rima con matematica
Marco è sorpreso dalle somiglianze tra una materia come la chimica e una materia come la grammatica.
Marco – Ma allora perché «grammatica» fa rima con «matematica»?
Mamma – Se cerchiamo queste due parole su un dizionario scopriamo che vengono entrambe dal greco e che in origine erano due aggettivi usati per indicare due tecniche: la grammatica era la tecnica «dello scrivere», la matematica la tecnica «dell’imparare». Lo sapete che la prima grammatica di cui vi ho parlato, che era una grammatica del greco antico, fu scritta ad Alessandria d’Egitto? La stessa città in cui il matematico greco Euclide aveva sistemato le definizioni, i teoremi e i problemi di geometria e aritmetica, proprio nel modo in cui noi continuiamo a studiarli a scuola!
Marco – Secondo me, zia, grammatica e matematica non si assomigliano per niente: io vado d’accordo più con i numeri che con le lettere!
Mamma – Sono due linguaggi diversi, è vero. Ma tra parole e numeri qualche somiglianza possiamo trovarla: come sapete, i numeri sono infiniti perché possiamo sempre aggiungere 1 a qualsiasi numero e andare avanti a contare. I suoni (e le lettere) di una lingua, invece, sono solo poche decine, ma combinandoli tra loro possiamo ottenere un numero infinito di parole. Le parole di una lingua (almeno quelle che abbiamo chiamato «piene») sono infinite perché possiamo inventarne sempre di nuove. E con le parole che abbiamo possiamo formare frasi sempre nuove e diverse.
Partendo da una frase, poi, possiamo sempre formare una frase più lunga: basta una parolina come e, o come che.
Clarice – Però la matematica è più semplice, perché quando faccio le operazioni 3+2 è sempre uguale a 2 + 3.
Mamma – Hai ragione: nella lingua cambiando l’ordine delle parole può cambiare anche il significato. Tito morde Marco non è la stessa cosa di Marco morde Tito. Però, se lasciamo perdere le operazioni e guardiamo al valore che i numeri e le parole hanno a seconda della loro posizione, un’altra somiglianza la troviamo: 32 non è la stessa cosa di 23 perché una stessa cifra (2 o 3) in un caso indica l’unità e nell’altro la decina.
Clarice – E poi anche nella matematica si usano i segni di punteggiatura!
Mamma – Proprio così: usiamo la virgola per indicare le cifre decimali, il punto per le migliaia, i due punti come segno che indica la divisione…
Marco – Per la moltiplicazione, però, usiamo una lettera.
Mamma – Sì, la x, che chiamiamo per, proprio come la parolina che usiamo spesso nelle nostre frasi quando c’è da mettere una preposizione. Anche gli avverbi più e meno sono parole della lingua usate per dare un nome alle operazioni di aritmetica.
Marco – Sai che cos’hanno in comune la grammatica e la matematica, secondo me? Sono due materie piene di regole da studiare...
Mamma – Ma se ci ragioniamo su, studiarle diventa più facile.