As someone said, life is “a tribute to falsehood”. Everyday news prove it again and again. Why do we lie? The book is centered around this question. Since our childhood, the life of all of us, in every country, is plunged into fabrication. Even the society is mainly liar and this affects often in crucial ways our personality. The manipulation and reality is embedded in every sector of human society: politics, media, advertising, science, religion and personal relationships, including love. We are all at the same time protagonists and victims.
Based on reality, the book is enriched by news, data and evidences. A particular attention is dedicated to environmental and ecological problems. As the author afferms, in our society predominates the one who succeeds in changing facts and reality with a skilled and confident use of words.
Mario Guarino
The power of lies
Love, politics, religion, media, advertising, science
In this world full of lies and fabrications, the first golden rule is: doubt and verify.
- Series: Nuova Biblioteca Dedalo
Subject: Current Affairs
Year: 2013
Month: october
Format: 14 x 21 cm
Pages: 224
1. Un paradiso di bugie - Primo: dubitare e verificare - Finzione e realtà - La «posta del cuore» - Gossip, marchette, fine del mondo - 2. Il furto del tempo e dell’identità - Tv, iPad, playstation, web... - La prevalenza del cafone - Il paladino della verità - Nomi falsi e stellette fasulle - Saviano, che fai copi? - Web: perdizione o salvezza - Il mistero della «cipolla» - 3. Informazione, addio? - L’ingannevole gioco delle parole - Giornalismo: «suicidio assistito» - 4. E ora: pubblicità! - All’anima del commercio - Un premio a te e uno a lui (entrambi fasulli) - Credimi, sono bugiardo! - 5. La società che verrà - Tecnologia, contraddizioni, futuro - Le insidie della Rete - Scemo chi (non) legge - Dove abiteremo domani - Il clima pilotato - 6. Politicanti e chiacchieroni - Un vizio antico - La fabbrica della menzogna - Potere e luoghi comuni - Indifferenza e menefreghismo - 7. Religione, che passione - Scritture troppo sacre - La Bibbia non vieta l’aborto - La Chiesa rinnega il cristianesimo - Il partito di Dio - Un «demone» in 140 caratteri - 8. Il «buco nero»: la scienza - Sciocchezze e serietà - Quei profeti inascoltati - Il bacio dello scorpione - Test fasulli e pubblicità ingannevole - In questo mondo di microbi - Indice dei nomi
Finzione e realtà
Mentire è proprio inevitabile? Questo è il cuore del problema.
Gli aspetti sono tanti e variabili. Al più alto livello, la menzogna può essere raffinatissima e la più subdola. Non foss’altro perché, miscelata con elementi di verità, finisce per apparire credibile. Infatti, coloro che – nel raccontare una vicenda – con giochi di parole provano a mescolare un fatto vero con aspetti inventati, nella maggior parte dei casi vengono creduti più di quelli che espongono la semplice verità. Ciò soprattutto perché, spesso, tra finzione e realtà il confine è sfumato. Anzi, talvolta il tutto si sovrappone. E distinguerne i limiti può diventare un esercizio improbo oltre che inutile. Anche in questo campo c’è una graduatoria. Tra le categorie più abili a capovolgere i termini di una questione vi sono: avvocati, politici, religiosi, giornalisti, rappresentanti, pubblicitari. Ossia coloro che fondano la professionalità soprattutto sull’arte oratoria. Professionisti e/o acrobati della parola in grado – secondo quello che gli intellettuali arabi fin dall’antichità chiamano ad’dad – di usare termini che possono significare una cosa e il loro contrario.
Si pensi, ad esempio, allo stratagemma a cui una volta – nel trattare una vicenda – ricorreva il cronista più scaltro.
Questi era in grado di raccontarla in due versioni opposte: sosteneva la colpevolezza del presunto reo e, allo stesso tempo, nello smontare la tesi accusatoria, ne proclamava l’innocenza. Tecnica tuttora attuata dai migliori avvocati. Ricorda Luigi Anolli, docente di Psicologia culturale nell’Università cattolica di Milano, che il falso, al contrario della verità, ha molte facce: c’è la menzogna dannosa, la giocosa e quella utile. La prima è tesa a ingannare l’interlocutore, la seconda a divertire, la terza a ottenere profitto.
Perfino nel mondo delle «anime» candide – quello degli animali – si ricorre a comportamenti ingannevoli. Basti pensare ai trucchi delle prede per sfuggire ai predatori, oppure ai comportamenti di questi ultimi quando danno la caccia. I documentari televisivi ne sono una testimonianza. In mare, gli esempi più classici sono quelli della sogliola che si mimetizza, confondendosi con la sabbia; del calamaro e della seppia che spruzzano il loro nero sull’inseguitore; del polpo in grado di cambiare subito livrea per assumere quella della roccia circostante. Molto interessante è il comportamento – spesso menzognero – dei pinguini, uccelli considerati sinceri da gran parte dei documentari trasmessi in tv. George Murray Levick, scienziato che partecipò alla spedizione in Antartide (ad Adelia) realizzata nel 1910-13 da Robert Falcon Scott, descrisse i loro comportamenti. Nel riportarli, Robin McKie scrive: «Il pinguino è l’uccello che più richiama il portamento umano [...]». In seguito, Levick scriverà un breve articolo – intitolato Le abitudini sessuali del pinguino di Adelia – mai pubblicato. Ritrovato dopo circa 100 anni, l’articolo è stato reso noto dalla rivista «Polar Record».
Le osservazioni di Levick – scrive McKie – dimostrarono di essere molto in anticipo sui tempi. Gli scienziati dovettero attendere altri cinquant’anni prima che fossero rivelate le bizzarrie sessuali dei pinguini [...]. Il capolavoro smarrito di Levick contiene descrizioni altamente emotive, come la scena dei pinguini maschi che si raggruppano «in piccole gang di teppisti di una decina di elementi e si aggirano nei pressi della collinetta, infastidendo i suoi occupanti con le loro incessanti perversioni». Le femmine ferite vengono montate dai componenti di queste «gang» [...]. Durante i mesi di osservazione [Levick] vide i pinguini maschi che si accoppiavano tra di loro e anche con femmine morte.
Numerosi sono pure i comportamenti menzogneri di animali sulla terra. Simile al comportamento astuto di molti uomini, quello – ad esempio – adottato dal piviere (uccello di passo in Italia). Una condotta fuorviante. Quando scorge un predatore avvicinarsi al nido in cui si trovano i suoi piccoli, il piviere si fa notare mentre si allontana e finge di avere un’ala spezzata, saltellando a malapena. In tal modo, distrae il predatore dal nido e quando questi, convinto di potersi fare un comodo pasto si avvicina, scappa. Singolare anche il comportamento messo in atto dallo struzzo: gli etologi sostengono, con ragionevole certezza, che a un certo punto l’uccello preferisca mettere la testa nella sabbia illudendosi di potersi sottrarre (dunque, mentendo a se stesso) al predatore. In realtà, si comporta come miliardi di uomini e animali che ogni giorno lottano per la sopravvivenza. E, per sfuggire al pericolo, il sistema in uso è quello di ricorrere a gesti menzogneri.
Al di là della stretta necessità – secondo molti scienziati – mentire a se stessi è il delitto più grave. Non per nulla, chi vi ricorre troppo alla fine ne rimane vittima.
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