Il nanomondo dai virus ai transistor (e-book)
Cos'è il nanomondo? Oggi è più che mai fondamentale studiare ciò che avviene su scale piccolissime: non solo virus e proteine, ma anche i transistor e la tecnologia del futuro.
- Collana: Le grandi voci
- ISBN: 9788822017178
- Anno: 2023
- Mese: agosto
- Formato: e-pub - mobi
- Tag: Scienza Biologia Tecnologia
Disponibile
Esiste un universo invisibile ma alla base della vita, fatto di cellule, virus e proteine. È il nanomondo. Oggi la tecnologia ci consente di manipolarlo, creando oggetti minuscoli eppure rivoluzionari: dal transistor, alla base di computer e smartphone, alle nuove macchine molecolari artificiali. E le prospettive future sono a dir poco inimmaginabili...
Premessa - Quando ero piccolo - Chi l’ha visto? - Pericolosi agglomerati - Non c’era una volta - Un’invenzione poco nota - Rimpicciolitevi e moltiplicatevi - Nanotecnologie 2.0 - Lavoratori instancabili - Conclusione - Ringraziamenti
Premessa
Pare che tra le tante massime dovute a Sir Francis Bacon, strenuo difensore del metodo sperimentale vissuto in Inghilterra ai tempi di Elisabetta I, ce ne sia una che dice: «Non mi fido di nulla se non della testimonianza degli occhi». In fondo, si tratta di una moderna trasposizione del classico “non credo se non vedo”, la frase attribuita a Tommaso che nel Vangelo secondo Giovanni viene descritto come l’apostolo dubbioso di fronte a un Gesù risorto, tanto da meritarsi il celebre rimbrotto «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!».
In realtà l’incredulità di Tommaso pare sia una rielaborazione tarda e letteraria di Giovanni, e non ce n’è traccia negli altri Vangeli. Fatto sta che per tutti noi la realtà a cui crediamo più volentieri è quella che percepiamo di persona, direttamente, senza intermediazioni.
Insomma, per credere davvero nell’esistenza di qualcosa, vogliamo sincerarcene usando uno dei cinque sensi che la natura ha messo a nostra disposizione. E non c’è dubbio che nella scala di importanza dei cinque sensi, la vista sia al primo posto. È del tutto naturale per noi essere coscienti dell’esistenza della Luna, del lago di Como, o dei carciofi: li vediamo, quindi esistono. Ma c’è una soglia oltre la quale il nostro occhio non riesce ad andare.
È curioso. Possiamo vedere a occhio nudo la Stella Polare che dista da noi 3 milioni di miliardi di chilometri, ma non riusciamo a vedere cose a noi vicinissime, di cui siamo intimamente fatti, per la banale ragione che il potere risolutivo del nostro occhio lì proprio non ci arriva. E quello che non vediamo per noi semplicemente non esiste. Eppure, lì dove l’occhio non giunge comincia un universo fantastico, animatissimo, in costante movimento ed evoluzione, instancabile e inarrestabile nella propria azione.
È in questo universo a noi invisibile e quindi poco conosciuto ma ricco di complessità e di meraviglie, di potenzialità e di insidie che stiamo per immergerci. Vedremo come negli ultimi decenni sia divenuto possibile raggiungere questo mondo e manipolarlo lavorando su scale ridottissime, con conseguenze strabilianti. Il nostro sarà un viaggio nel mondo invisibile. E non mancheranno le sorprese.
Pare che tra le tante massime dovute a Sir Francis Bacon, strenuo difensore del metodo sperimentale vissuto in Inghilterra ai tempi di Elisabetta I, ce ne sia una che dice: «Non mi fido di nulla se non della testimonianza degli occhi». In fondo, si tratta di una moderna trasposizione del classico “non credo se non vedo”, la frase attribuita a Tommaso che nel Vangelo secondo Giovanni viene descritto come l’apostolo dubbioso di fronte a un Gesù risorto, tanto da meritarsi il celebre rimbrotto «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!».
In realtà l’incredulità di Tommaso pare sia una rielaborazione tarda e letteraria di Giovanni, e non ce n’è traccia negli altri Vangeli. Fatto sta che per tutti noi la realtà a cui crediamo più volentieri è quella che percepiamo di persona, direttamente, senza intermediazioni.
Insomma, per credere davvero nell’esistenza di qualcosa, vogliamo sincerarcene usando uno dei cinque sensi che la natura ha messo a nostra disposizione. E non c’è dubbio che nella scala di importanza dei cinque sensi, la vista sia al primo posto. È del tutto naturale per noi essere coscienti dell’esistenza della Luna, del lago di Como, o dei carciofi: li vediamo, quindi esistono. Ma c’è una soglia oltre la quale il nostro occhio non riesce ad andare.
È curioso. Possiamo vedere a occhio nudo la Stella Polare che dista da noi 3 milioni di miliardi di chilometri, ma non riusciamo a vedere cose a noi vicinissime, di cui siamo intimamente fatti, per la banale ragione che il potere risolutivo del nostro occhio lì proprio non ci arriva. E quello che non vediamo per noi semplicemente non esiste. Eppure, lì dove l’occhio non giunge comincia un universo fantastico, animatissimo, in costante movimento ed evoluzione, instancabile e inarrestabile nella propria azione.
È in questo universo a noi invisibile e quindi poco conosciuto ma ricco di complessità e di meraviglie, di potenzialità e di insidie che stiamo per immergerci. Vedremo come negli ultimi decenni sia divenuto possibile raggiungere questo mondo e manipolarlo lavorando su scale ridottissime, con conseguenze strabilianti. Il nostro sarà un viaggio nel mondo invisibile. E non mancheranno le sorprese.
16 Maggio 2021 | la Repubblica Bari |
25 Ottobre 2022 | www.chiamamicitta.it |
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