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Studi di urbanistica - vol. IV
a cura di Urbano Cardarelli
Una serie di volumi monografici che affrontano, con taglio interdisciplinare, temi e problemi fra i più attuali del dibattito urbanistico, nella prospettiva di rendere sempre più governabili e a misura d'uomo la città e il territorio contemporanei.
- Collana: Studi di Urbanistica
- ISBN: 9788822018540
- Anno: 1980
- Mese: gennaio
- Formato: 20 x 25 cm
- Pagine: 144
- Tag: Architettura Urbanistica
L’espansione demografica, l’estensione dei territori urbanizzati, il sempre più largo accesso a consumi un tempo di élite da parte di vasti strati di popolazione stanno rendendo sempre più alienante e ingovernabile la città senza il consenso di chi la abita. La realtà urbanistica europea, improntata fino a pochi anni fa a una sorta di accentramento «legalista» che induceva gli amministratori di Vienna o di Berlino o di Parigi a incorporare i sobborghi che avessero raggiunto più spiccati caratteri urbani, avverte oggi, seguendo l’esperienza della «megalopoli» nord-americana (nel 1967 si contavano a New York ben 1467 distinte autorità amministrative), l’esigenza di favorire la formazione di unità minori di gestione, soprattutto allo scopo di realizzare nel modo migliore l’interesse locale e la partecipazione capillare degli interessati alla «cosa pubblica». Nelle pagine dedicate dalla Giura e dal Tarantino al commento delle esperienze condotte in Italia e all’estero traspare, a tratti, una perplessità circa l’effettiva possibilità di incidere, da parte degli organi periferici e ancor più da parte della volontà del singolo cittadino o del gruppo istituzionalizzato, sulla condotta della gestione urbana. Talora tensioni demagogiche ne alterano la genuinità, tal’altra pastoie burocratiche ne rallentano il corso, altre volte ancora la specificità dei temi di maggiore rilevanza urbanistica (come, ad esempio, la tutela dei beni culturali) ne vanifica il contributo. Riguardo a quest’ultimo aspetto (tutela dei beni culturali e proposte di «conservazione integrata» di ambienti storici, caso trattato nel saggio della Colletta) occorre, senza alcun dubbio, distinguere modi e tempi di partecipazione sociale. Dagli studi presentati in questo volume si può trarre un significativo bilancio sul binomio «beni culturali e partecipazione»; la società, per poter partecipare efficacemente, ha bisogno di esser consapevole dei valori che la cultura rappresenta. Per ora, quindi, lavorare per la partecipazione significa lavorare per la formazione di una coscienza civile e democratica che sia in grado, in un prossimo futuro, di esercitare tale partecipazione; lavorare per la formazione di una coscienza che ispiri innanzitutto il rispetto delle leggi e delle norme non scritte di comportamento civile; che sia in grado di valutare l’interesse comune al di sopra di quello privato, che consenta di porre al posto giusto i valori della cultura.