Lo specchio di Narciso e lo sguardo di Afrodite
Esplorazioni psicoanalitiche sul narcisismo
prefazione di Jorge Canestri
ll narcisismo rappresenta un segno caratterizzante dei nostri tempi. Cercare le sue origini, significa fare una ricostruzione attenta e dettagliata degli studi che hanno contribuito a reinterpretare fenomeni di attualità che toccano l'adolescenza e la tendenza antisociale.
- Collana: Strumenti / Scenari
- ISBN: 9788822053541
- Anno: 2005
- Mese: ottobre
- Formato: 14 x 21 cm
- Pagine: 272
- Tag: Psicoanalisi Psicologia Mente
Il volume si propone di far luce tra i molteplici volti del narcisismo, ripercorrendone lo sviluppo dinamico e dialettico nell'ambito della psicoanalisi e considerando le sue manifestazioni sociali. Partendo dall'esame delle ricerche freudiane e delle ambiguità che Freud ha lasciato in eredità alle successive generazioni di psicoanalisti, il lavoro ricostruisce gli sviluppi delle principali posizioni teoriche e cliniche post-freudiane, giungendo a delimitare un'area teorica e tecnica contrassegnata dalle ricerche compiute da Winnicott e da Rosenfeld. In questa prospettiva, anche attingendo agli studi di Sandler e ricorrendo a numerosi esempi clinici, il volume propone alcune riflessioni tecniche che confluiscono nell'ipotesi di un modello a due stadi. Il testo si conclude con il tentativo di reinterpretare alcuni eclatanti fenomeni di attualità che toccano l'adolescenza e le manifestazioni della tendenza antisociale.
Prefazione di Jorge Canestri - Introduzione - 1. Al di là del narcisismo primario - Premessa - Chiaroscuri freudiani sulla nozione di «narcisismo» - Baranger e la nozione di «identificazione centripeta» - Ritiro e regressione: il contributo di Winnicott - Il senso della «coazione a ripetere» nella prospettiva della teoria della formazione del Sé e della «reazione» come funzione protettiva e creativa - «Al di là del narcisismo primario»: alcune ipotesi di base - Caso clinico: Paride - Prima seduta - Seconda seduta - Terza seduta - La scelta omosessuale tra «narcisismo» e «amore oggettuale primario» - 2. Esplorazioni su transfert e controtransfert - Premessa - Caso clinico: Paola - Primi colloqui e presentazione della paziente - Il processo analitico - Prima seduta - Seconda seduta - Terza seduta - Quarta seduta - Gaddini e gli studi sul rapporto mente-corpo. La psoriasi come «sindrome psicofisica» - 3. Note sulla funzione di specchio - 4. Considerazioni teoriche e cliniche sulle concezioni di transfert e controtransfert in Winnicott - Premessa - Le concezioni di transfert e controtransfert in Winnicott - Gestire attraverso il controtransfert o agire il controtransfert? - Marco, ossia «il crollo negato» - Aspettando la collera: un silenzioso sostenere gli affetti di controtransfert - I livelli del trauma - Al di là del sintomo - Considerazioni conclusive sulla gestione del transfert precoce - 5. Tra Winnicott e Rosenfeld - 6. Adolescenza violenta: forzare i sigilli dell'invisibilità - Bibliografia
Prefazione di Jorge Canestri
Ogni psicoanalista che, prendendo spunto dalla propria esperienza clinica, riflette sulle implicazioni che essa ha dal punto di vista della teoria, sente, prima o poi, il bisogno di rendere pubbliche – nel senso bioniano di public-ation – le proprie conclusioni. Forse sarebbe meglio dire: il proprio avanzamento nella comprensione della mente umana e delle sofferenze a cui cerca di porre rimedio quotidianamente. Questo bisogno è «naturale», ma anche etico, nel senso in cui Jacques Lacan promuoveva la necessità della scrittura e della teoria nella psicoanalisi. È, inoltre, la conseguenza inevitabile di ciò che Sigmund Freud ipotizzava come «l'inseparabile legame (Junktim) tra cura e ricerca», e che oggi potremmo, forse, definire più accuratamente come un processo circolare di ricerca («a circular research process»). Il processo può essere definito circolare – e ne è buona dimostrazione questo libro – in quanto la teoria informa la pratica clinica e questa a sua volta si riversa sulla teoria modificandola. Il lavoro dell'analista implica la costruzione di mini-teorie o mini-modelli, che noi chiamiamo interpretazioni, che si adattano all'esperienza vissuta con quel soggetto particolare, ma che possono, successivamente, acquistare il diritto alla generalizzazione, all'integrazione in un corpo teorico più ampio, e, finalmente, alla public-ation menzionata prima. La pubblicazione di questo naturale processo deve trovare la sua giustificazione nella qualità intrinseca del prodotto e nel fatto che esso contribuisca, in un qualche modo, ad arricchire la disciplina psicoanalitica. Il lettore di questo libro non rimarrà deluso. L'autore ha rivisitato il concetto di narcisismo tenendo fede alla circolarità teoria – pratica – teoria e, cosa non frequente e certamente coraggiosa, esponendo in prima persona processi analitici per esteso. Il lettore ha, dunque, validi elementi (la base empirica) sui quali soffermarsi e riflettere, allo scopo di dialogare con le tesi dell'autore. Cosa ancora più rara, e conseguentemente più preziosa, egli ci fornisce implicitamente o esplicitamente le opinioni di quelli con i quali ha discusso la sua clinica, poiché anche questo fa parte del processo circolare che unisce cura e ricerca ed è garanzia di controllo delle trappole della propria soggettività. Il volume, dice l'autore, è il risultato del lavoro di anni: anni di studio, di riflessione, di lavoro clinico, di formazione. È, dunque, indirettamente, testimonianza di trasmissione della psicoanalisi, che non è solo trasmissione di sapere, ma trasformazione profonda dell'analista. Il progetto di riflessione e di discussione del concetto di narcisismo esposto in questo libro è ambizioso, accurato e coerente. Ambizioso giacché, oltre ad essere questo concetto uno dei più trattati dalla psicoanalisi degli ultimi decenni in ragione della patologia che la clinica si trova ad affrontare, l'autore si prefigge il compito di contribuire con alcune idee personali derivate dalla sua pratica clinica e dal suo confronto con diverse impostazioni teoriche, alla miglior comprensione del narcisismo e, conseguentemente, al suo trattamento. Accurato in quanto la revisione degli autori più noti, che di questi esordi della vita psichica si sono occupati, ad eccezione di alcuni che d'altronde sono esplicitamente menzionati, come Kohut e la self-psychology, è esauriente. Stella non si limita a descrivere i concetti degli autori studiati e le loro rispettive posizioni sul narcisismo, ma in alcuni casi, come per esempio nel capitolo terzo, Note sulla funzione di specchio, egli porta avanti una vera ricerca concettuale nel paragonare i lavori di Lacan e di Winnicott sul tema. Coerente perché, con buona conoscenza delle differenze tra le diverse teorie psicoanalitiche, egli non esita a sottoporle a un dialogo serrato, nel quale gli riesce di collocarsi, teoricamente e nella clinica, Tra Winnicott e Rosenfeld (titolo del capitolo quinto). Il lettore smaliziato potrebbe domandarsi se è possibile integrare teorie a prima vista così dissimili, come per esempio la teoria freudiana, la kleiniana e quella della psicoanalisi degli «indipendenti», e a quali condizioni. Bisognerebbe tener presente che le teorie psicoanalitiche, come Bion in Trasformazioni sottolineava, possono essere condotte a «punti di congruenza»; punti ai quali convergono e dai quali divergono, successivamente, i diversi modelli proposti. Ciò non assicura di per sé l'integrazione tout court di teorie diverse, integrazione che Bion consegnava, come un progetto per il futuro, alla costituzione di un «gruppo di trasformazioni» che le includesse tutte. Ma consente di fare un passo in avanti nella ricerca concettuale e anche nella clinica. Tutta la psicoanalisi contemporanea sembra muoversi verso il riconoscimento della differenza tra ciò che diciamo di fare e ciò che veramente facciamo. L'avvicinamento alla realtà della nostra clinica quotidiana, per ciò che essa è e non per ciò che dovrebbe essere, sta nel programma di tutti i più significativi sforzi di ricerca dei nostri giorni. Siamo sempre più consapevoli di far ricorso a quei segmenti di teoria che risultano più funzionali ai nostri bisogni concreti nella pratica clinica. Siamo anche costretti a riconoscere che molte delle teorie parziali che adoperiamo provengono da teorie complessive che sono la maggior parte delle volte in contraddizione tra di loro. Scopriamo che la teoria che in realtà usiamo è un prodotto composito di teoria(e) ufficiale, più teorie, schemi o modelli privati o impliciti che convivono nel nostro preconscio, schemi o modelli che hanno delle provenienze diversissime, e che in molti casi affondano le loro radici nell'inconscio dell'analista […].