Socialismo e teatro

Quante volte l’anno ha la possibilità e la «sensibilità» di andare a teatro l’operaio torinese? Che teatro conosce il piccolo impiegato romano, avanspettacolo e commedie musicali a parte? Che significa, più semplicemente, per il bracciante meridionale la stessa parola «teatro»? Per un teatro fatto a misura dell’uomo, della classe lavoratrice, della nostra società con la testa fra i giganti dell’industria mondiale e i piedi impantanati nel sottosviluppo, delle nostre periferie, del Sud. È su questo piano politico, di immediato inserimento nella realtà socio-economica italiana, che si è pensato e realizzato questo «documento» di volontà politica, oltre che di realistica individuazione dei problemi reali caratterizzanti una componente potenzialmente fondamentale della crescita «civile» del nostro Paese.