Comunità e utopia
Problemi di una sociologia del Kibbuz
Il primo studio sociologico apparso in Italia sul kibbuz israeliano, fenomeno sociale che tenta di rinnovare in un'epoca industriale antiche utopie.
- Collana: Saggi
- ISBN: 9788822003096
- Anno: 1970
- Mese: gennaio
- Formato: 14 x 21 cm
- Pagine: 504
- Tag: Sociologia Utopia Israele
La speranza primordiale di tutta la storia riguarda una genuina comunità del genere umano, interamente pervasa di spirito comunitario; illusoria sarebbe quella comunità che non si fondasse su un’effettiva vita comunitaria di gruppi piccoli e grandi, coabitanti o collaboranti, e sulle loro relazioni reciproche. L’autentica essenza della comunità va vista nel fatto, palese o nascosto, che essa ha un centro: il suo effettivo manifestarsi si può comprendere solo tenendo presente che i suoi membri hanno con il centro un rapporto comune e superiore a qualsiasi altra relazione. Una comunità non ha affatto bisogno di essere «fondata». Dove il destino storico avevo posto un gruppo umano in uno spazio comune di natura e vita, c’era posto per il divenire di una comunità genuina.
Ma si sente spesso dire che oggigiorno tutto ciò è andato perduto irrimediabilmente: una concreta reciprocità è stata sminuita dalla coercizione della quantità e dalla forma organizzativa. È quindi possibile una «rinascita» della comunità nel senso datole da Martin Buber? «Quando parlo della sua rinascita penso a una situazione mondiale mutata, non al perdurare di quella attuale. Con l’espressione “nuove comunità” (si potrebbe altresì definirle nuove consociazioni cooperative) intendo riferirmi ai soggetti dell’amministrazione trasformata, ai collettivi, nelle cui mani deve passare il potere, il potere di disporre dei mezzi di produzione. Ancora una volta: tutto sta che esse siano pronte, preparate». Quali sono attualmente le prospettive e la validità di un discorso siffatto? È ciò una moderna «utopia», intendendo con ciò qualsiasi idea trascendentale che produca un certo effetto nella trasformazione dell’ordine storico-sociale esistente? E in questo caso qual è oggigiorno il ruolo dell’utopia nello sviluppo di queste forme sociali?
Per discutere e analizzare questi problemi si è scelto il caso del kibbuz israeliano. Proprio in un momento in cui Israele è al centro dell’attenzione mondiale, assume nuovo significato come simbolo il kibbuz, perno della realizzazione di una società e della costruzione di uno stato, fenomeno sociale che tenta di perpetrare in un’epoca industriale antichi ideali utopici. Ma cos’è veramente un kibbuz? Come e quando è sorto, e cosa significa per Israele? Come si svolge la vita quotidiana nei circa 230 kibbutzim? Come la pensano i coloni che vi risiedono, specie se si tiene conto del fatto che spesso sono i più esposti in una situazione di guerra continua? Ecco solo alcuni degli interrogativi che vengono svolti in una visuale socio-culturale nel primo volume sociologico apparso in Italia e che si propone di focalizzare in un discorso metodologico l’attenzione del pubblico su questi problemi di reale interesse.