Cinema tra immaginario e utopia
Nelle poetiche di grandi registi, Fritz Lang e Eizenstein, Losey e Resnay, Bob Fosse e Kubrik, l'atteggiamento del cinema verso la contraddizione di fondo della nostra epoca, tra l'angoscia del presente e l'utopia del cambiamento.
- Collana: Ombra Sonora
- ISBN: 9788822050229
- Anno: 1984
- Mese: gennaio
- Formato: 14 x 21 cm
- Pagine: 208
- Tag: Psicologia Utopia Comunicazione Spettacolo Cinema
Attraverso lo studio delle poetiche di classici come Ejzenstejn e Fritz Lang, l'analisi di film come Messaggero d'amore di Losey, o Stavisky... di Resnais, All that Jazz di Bob Fosse, Shining di Kubrick, l'autore ripercorre e sviluppa il tema della "regia del critico", ovvero quella tensione conoscitiva verso il testo finalizzata a cogliere il rapporto poetica-poesia nell'opera di un regista. In appendice alcuni temi particolarmente attuali: il problema della "diversità" nei film di Pasolini e Losey, la predestinazione in "Così bella, cosi dolce" di Bresson, la ricerca di una libertà democratica nel Cavaliere elettrico di Sidney Pollack e, in chiusura, una riflessione sulla "eredità" di Ejzenstejn. Un accostamento tra autori apparentemente lontani, dal punto di vista sia storico che culturale: ma Del Ministro coglie e sviluppa un motivo in diversi modi costante nella produzione presa in esame, il contrasto cioè tra una visione della realtà sentita come angosciante immodificabilità, o addirittura labirinto, e l'utopia positiva del cambiamento, quale soprattutto emerge dal cinema di Ejzenstejn. Rivive così, attraverso una attenta storicizzazione delle fonti culturali e delle esperienze che formano le immagini (le fono-immagini), il senso espressivo ed il pathos di ciascuna delle opere analizzate.