Il modello britannico
L'arte del meno peggio
La Gran Bretagna fra passato e futuro in un saggio che discute sull'utilità del modello inglese (buon senso di empiria) della democrazia parlamentare.
- Collana: ISPI/Problemi
- ISBN: 9788822012012
- Anno: 1973
- Mese: gennaio
- Formato: 14 x 21 cm
- Pagine: 192
- Tag: Politica Politica internazionale Democrazia
Con questo volume si apre la nuova serie della collana «Problemi del giorno», sempre curata dall’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale e ora pubblicata dalle edizioni Dedalo. Il Modello britannico non è un saggio, ma un tableau di strutture e di meccanismi brittannici, un prospetto a metà strada fra divulgazione e approfondimento. Il modello britannico fornisce nuovi elementi di giudizio su aspetti noti, quali lo spegnersi di Westminster, le spinte al governo presidenziale, la natura Whig di entrambi i grandi partiti, le contrazioni e dilazioni del settore nazionalizzato. Offre altresì notizie su situazioni relativamente poco conosciute: le strutture «gotiche» della magistratura; il sistema fiscale e quello previdenziale; i mandarini di Whitehall; televisione, finanza, agricoltura, cooperative; la transizione dal vecchio selfgovernment al regionalismo. Questa riscoperta della Gran Bretagna si impone in quanto l’impero oceanico è finito, è divenuto partner della costruzione europea. Ma per l’Autore c’è molto di più. Si sta consumando ovunque la crisi estrema della democrazia parlamentare e del partitismo. Al tempo stesso si conferma l’inconsistenza dell’alternativa comunista; altre non ce n’è, al momento. La lezione britannica – l’arte del meno peggio – è nel disamore per tutte le ideologie, nel disinteresse per la coerenza e la simmetria, nel primato del buon senso, nella superiorità dell’empiria e della contaminazione. È anche nella minore gravità di mali come il sottogoverno e la disonestà dei politici. La Gran Bretagna invecchia in buona salute. Nell’Europa continentale il gioco politico è partito per la tangente, se si preferisce, «slitta» come una frizione logora. In Gran Bretagna, con il relativismo e l’approssimazione permanente, si riesce a prolungare l’utilità residua delle cose che funzionano. Da quale esperienza attuale può venirci uno spunto per rimediare ai mali peggiori, se non da quella britannica?