Un lungo Medioevo
L'opera raccoglie i risultati di alcune delle principali ricerche condotte dallo storico che ha saputo mutare la nostra percezione del Medioevo, dilatandone i confini e mostrandocene, al di là delle ombre, le luci e i momenti creativi.
- Collana: Storia e civiltà
- ISBN: 9788822005649
- Anno: 2006
- Mese: novembre
- Formato: 14,5 x 21,5 cm
- Pagine: 240
- Note: rilegato con sovraccoperta
- Tag: Storia Medioevo Storia medievale
La storia è la scienza degli uomini nel tempo. Il Medioevo è stato particolarmente innovatore in fatto di concezione e gestione del tempo, organizzandolo in nuovi calendari basati sulla settimana e scandendolo con il suono delle campane. Il controllo del tempo desacralizza la natura, aprendo così la strada al futuro sviluppo della scienza. Fino al XVIII secolo, l'immagine diffusa del Medioevo è quella di un'epoca oscura, che inizia con la caduta dell'Impero romano d'Occidente e si conclude con la scoperta (inconsapevole) dell'America. Per l'autore, invece, si tratta di un periodo più esteso, i cui aspetti salienti si prolungano ben oltre il Rinascimento, e né completamente oscuro, come lo volevano umanisti e illuministi, né completamente dorato, come lo immaginavano romantici e cattolici del XIX secolo; esso è, come ogni periodo della storia, fatto di ombre e luci. Tra queste ultime, l'autore sceglie di mettere in evidenza alcune delle principali forze d'innovazione di quell'epoca: le città, gli ordini mendicanti, la regalità e il suo modello incarnato, san Luigi; per quel che riguarda le ombre, invece, egli si concentra sullo spirito di crociata, le cui tracce sono tuttora presenti nell'idea occidentale di crociata e nella giustificazione tardiva che essa offre oggi al bellicismo e al terrorismo di alcuni ambienti islamici. Infine, si concede al fascino dei mirabilia, dei fenomeni misteriosi e inspiegabili, aprendosi all'esplorazione del «meraviglioso».
Prefazione - I. UN LUNGO E BEL MEDIOEVO - Il Medioevo di Jacques Le Goff - Il bel Medioevo è veramente esistito! - Il Medioevo si conclude nell'Ottocento - II. OMBRE E LUCI DEL CRISTIANESIMO MEDIEVALE - La prima crociata: e Gerusalemme diventa di nuovo un sogno. Cronaca di una grande sciagura - La seconda crociata: e il cristianesimo inventò la «guerra giusta» - Il cristianesimo ha liberato le donne - Il rifiuto del piacere - La Cristianità, un'idea nuova? - III. LE CITTÀ, I FRATI, IL RE - Gli ordini mendicanti - La consacrazione di san Luigi - La vita privata di san Luigi - Ritratto del re ideale - Biografia e individuo: «san Luigi è davvero esistito?» - IV. L'IMMAGINARIO - Un mistero dell'arte svelato: il sangue di Cristo e il frutto della vigna - Gesù ha riso? - L'India meravigliosa: «l'anticamera del Paradiso» - Cronologia
Prefazione
La presente opera raccoglie una serie di articoli pubblicati sulla rivista «L'Histoire» tra il 1980 e il 2004, poco dopo la sua nascita, avvenuta nel 1978. Si tratta del risultato delle principali ricerche e riflessioni da me condotte in questo arco di tempo, relative alla materia di cui mi sono occupato in modo privilegiato in quanto storico, il Medioevo occidentale. I testi e le interviste rimandano alle opere da me contemporaneamente ad essi pubblicate e ne costituiscono compendi, approfondimenti, ampliamenti e postille; spesso, inoltre, ne illustrano la genesi, ne chiariscono il contenuto, ne percorrono la riflessione; ritengo quindi possano essere utili ed è questa la ragione che mi ha spinto ad accettare di pubblicarli. La storia è infatti una disciplina in divenire ed essi mettono a nudo il lavoro dello storico, che deve continuamente riprendere i documenti sui quali fonda la propria analisi (le cosiddette fonti), confrontando senza sosta i lampi del passato con la riflessione su un presente in continua evoluzione. Voglio innanzi tutto rendere omaggio al grande ispiratore del mio lavoro di storico, Marc Bloch (1886-1944), che ha insistito sulla necessità di un costante rimando dal passato al presente e viceversa per comprendere lo sviluppo della storia degli uomini nella società. La storia è la scienza degli uomini nel tempo; il tempo vissuto, pensato, strutturato, immaginato dalle società umane è quindi uno degli obiettivi privilegiati dell'esplorazione dello storico. Tale interesse si manifesta attraverso due prassi legate l'una all'altra, ma diverse. La prima consiste nel cercare quali concezioni, quali pratiche riguardanti il tempo siano in atto in una società, partendo dalla considerazione di un doppio tempo: un tempo naturale, circolare, che si sviluppa secondo un ciclo annuale e che si frammenta in mesi, giorni (e notti), e un tempo lineare, quello della storia. Il Medioevo è stato molto innovatore in materia di gestione del tempo. L'atteggiamento medievale nei confronti del tempo naturale mette in luce i rapporti tra l'uomo e la natura. A lungo si è insistito sul fatto innegabile e importante che l'uomo medievale fosse fortemente debitore nei confronti della natura e quasi del tutto impotente di fronte a essa, ma si sono troppo trascurati i progressi e i successi da lui ottenuti per quanto concerne il suo controllo. Fin dalla Preistoria e dall'Antichità l'uomo aveva soggiogato l'acqua con pratiche di irrigazione, nel Medioevo è andato oltre, controllando l'acqua dei fiumi grazie alla prima «macchina» dell'Occidente, il mulino, e, nel XII e XIII secolo, in alcune regioni litoranee, in particolare nelle Fiandre e in Olanda, ha strappato al mare la terra dei polder. Ha inoltre accresciuto il proprio controllo sul mare, grazie a due innovazioni, il timone mobile di poppa e la bussola, che probabilmente non ha inventato, ma ha efficacemente utilizzato (spesso le due parti del mondo sembrano distribuirsi i ruoli: l'Oriente inventa, l'Occidente mette a frutto); tali innovazioni hanno permesso di abbandonare la circumnavigazione lungo le coste e il blocco invernale della navigazione consentendo la navigazione al largo in tutte le stagioni. Il primo ha sostituito il timone laterale, migliorando la conduzione delle navi, la bussola invece ha reso possibile regolare più efficacemente la rotta sulla posizione degli astri. In questo senso, inoltre, fondamentale è stata l'elaborazione delle carte costiere (portolani), poi marittime, a partire dal XIV secolo. Durante il Medioevo è stato incrementato il controllo del tempo, grazie all'impostazione di nuovi calendari fondati sulla settimana, organizzata su sei giorni di lavoro e uno di riposo (durante l'Antichità vi erano calendari fondati su dieci giorni, salvo per gli ebrei) e su molte festività (conseguenze «sociali» della liturgia cristiana e del culto dei santi). La misurazione del tempo si è diffusa grazie alle campane, a partire dal VII secolo, e alla fine del XIII secolo appare poi un'invenzione decisiva, l'orologio meccanico, utilizzato in tutta Europa nel XIV secolo; certo, il suo funzionamento non era perfetto in quel periodo, ma esso ha diffuso nel mondo medievale la possibilità di misurare il tempo, stabilendo l'ora regolare, e ha imposto il concetto di un giorno diviso in ventiquattro ore uguali. L'orologio meccanico ha favorito inoltre una certa laicizzazione del tempo. Tali sforzi per controllare il tempo naturale mostrano quale sia stato il principale progresso che l'uomo medievale ha compiuto rispetto alla natura: l'ha desacralizzata; dopo averla forse fin troppo sminuita di fronte all'onnipotenza di Dio, nel XII secolo egli trova un equilibrio fra Dio e natura, e apre così la strada allo sviluppo futuro della scienza, una delle caratteristiche e uno degli aspetti fondanti dell'Occidente. La seconda prassi che si impone agli storici a questo proposito è l'elaborazione di concetti e metodi che permettano loro di controllare meglio il tempo della storia. Il tentativo più importante mi pare sia la scansione del tempo storico in periodi […].