Il Novecento un secolo insostenibile
Civiltà e barbarie sulla via della globalizzazione
prefazione di Enzo Collotti
Perché, riflettendo sulla tragicità degli eventi del secolo scorso che ancora sembrano avere effetti sul nostro presente, non possiamo dirci ottimisti? Le nuove generazioni si accorgono di dover affrontare gli stessi problemi di quelle precedenti, afflitte da guerre "totali" che hanno decimato le popolazioni e devastato immense risorse naturali, aumentando a dismisura il divario tra ricchezza e povertà.
- Collana: Nuova Biblioteca Dedalo
- ISBN: 9788822062802
- Anno: 2005
- Mese: marzo
- Formato: 14 x 21 cm
- Pagine: 560
- Tag: Storia Storia contemporanea Globalizzazione
La materia raccolta in questo volume antologico spazia in una dimensione interdisciplinare che consente di rivisitare la storia del Novecento nelle sue molteplici sfaccettature: si tratta di riflessioni storiografiche a più voci, documenti pubblici e privati, testimonianze, epistolari, diari, fonti orali e archivistiche, talune inedite. Ordinati sulla sequenza delle grandi scansioni storiche degli ultimi cento anni, essi diventano strumenti di conservazione della memoria in un secolo controverso, contradditorio e paradossale, come forse nessun altro nel passato. In questo secolo si è verificata un'estrema concentrazione delle ricchezze nei centri di potere delle grandi società multinazionalli e in fasce di popolazione sempre più ristrette; la povertà è aumentata in modo spesso abissale; le istituzioni democratiche si sono tanto più indebolite, quanto più emarginate dalle funzioni di controllo e tutela del bene pubblico; il malessere sociale si è enormemente diffuso nei ceti medi e popolari concorrendo ad alimentare la reciproce reazione, barbarica e terroristica, ai fallimentari tentativi di civilizzazione globale. Tutto ciò ha impedito che maturassero, nel XX secolo, i requisiti indispensabili a promuovere uno sviluppo «sostenibile», per condizioni collettive di vita umana nel mondo più equilibrate.
Prefazione di Enzo Collotti - I. DALL'ALBA DEL SECOLO. ECONOMIA, POLITICA, CULTURA E SOCIETÀ DI MASSA - Introduzione - La belle époque. Miti e realtà - La casa borghese. Variazioni sul tema architettonico tra Ottocento e Novecento - Henry Ford: un uomo e la sua automobile - Frederick W. Taylor: la rivoluzione di un «ingegnere industriale» - L'imperialismo e la cattura del consenso popolare. Come si diventa «gingoisti» - I linguaggi del nazionalismo imperialista - Nietzsche: una filosofia per «spiriti liberi» - Romolo Murri e il programma del movimento cattolico - Pace o rivoluzione? La Seconda Internazionale di fronte all'imperialismo delle grandi potenze - La via italiana alla «modernizzazione». Giolittismo, antigiolittismo - Ferdinando Maria Perrone: fortuna e intraprendenza d'un capitano d'industria - Origine e crisi del primo cinema italiano - La metamorfosi del Giappone: dai bellicosi samurai ai capitani d'industria - Rivalità imperialiste nel Pacifico. Il patto anglo-nipponico (1905) - Libia: i preludi di una conquista coloniale barattata - Morire per il Marocco? - La rabbia tedesca e la cautela austriaca - Guerre balcaniche e diplomazia europea, nel giudizio di Jaurès - Gli Stati Uniti d'America. Sam Gompers: un campione del sindacalismo corporativo nordamericano - II. IL PRIMO CONFLITTO MONDIALE TRA GUERRA, SOMMOSSE E RIVOLUZIONE - Introduzione - L'assassinio di Jean Jaurès. La vendetta del fanatismo nazionalista - Di chi la colpa? Come si manipola il rischio di guerra? - La «generazione del 1914». Entusiasmi e delusioni di un'esperienza di guerra totale - La guerra industrializzata. Luci e suoni dal fronte - La guerra, scuola di scrittura popolare - Per la guerra, contro la guerra: l'Italia al bivio - Lettere al re - Autunno 1917. Lo spirito pubblico in Italia nei rapporti dei prefetti - Paesaggi di guerra - La memoria dell'orrore, in frammenti letterari - Le cifre del conflitto (1914-18) - Monumenti italiani ai caduti: una lettura in chiave retorica - Da febbraio a novembre 1917. Note dal diario di un'intellettuale pietroburghese - Mosca 1919, in una pagina della narrativa realistica russa - Leninismo e questione nazionale - Bianchi contro Rossi: il bagno di sangue della guerra civile in Russia - Kiev: una città nel marasma della guerra civile - Lenin in congresso: la relazione sulla - Nuova Politica Economica (Nep) - Il «testamento» di Lenin. Opinioni su Stalin e Trotzkij - III. L'EREDITÀ DELLA GUERRA. UN VENTENNIO DI CRISI INCROCIATE - Introduzione - Libertà e angoscia nell'esistenzialismo di Jean Paul Sartre - Lo sviluppo critico della scienza. - Il principio di indeterminazione di Heisenberg - Il jazz. Dall'America, lungo le strade del mondo - La donna-massa nella società dei consumi di massa - La casa dentro la natura: un modello della moderna architettura razionalista - Questione nazionale, questione coloniale: secondo Stalin, Trotzkij e il programma del Comintern - Berlino anni Venti, un «calderone bollente» - Alma Mahler: una voce della reazione contro i moti rivoluzionari nel centro Europa - L'Italia della «vittoria mutilata». Il «complotto» militare per Fiume nelle dichiarazioni di Nitti - Operai nelle fabbriche occupate: «sovversivi sì, ladri no» - La lezione del passato. Gramsci: operai, contadini e il concetto di «egemonia» proletaria - Milano, 23 marzo 1919, Piazza San Sepolcro: alle origini del programma fascista - Dai documenti ministeriali: cronaca di uno stato d'assedio annunciato e revocato - Il disatteso «spirito di Locarno» (1925), nelle parole augurali di Gustav Stresemann - Il gangsterismo: la mafia in versione americana - America anni Venti: ricchezza, crimini, povertà alle origini del crac del '29 - Investimenti di capitali americani in Europa ed esportazioni in Italia tra le due guerre mondiali - Il «New Deal» all'opera, nel giudizio di Roosevelt - Europa anni Trenta: il dramma della disoccupazione e le sue prime vittime - La «sindrome del disoccupato», alla luce delle indagini sociologiche - Le classi sociali nella bufera della crisi - L'Africa colonizzata: un «mondo a scomparti» - L'imperialismo giapponese giudicato dal Comintern - L'esercito di Mao in marcia, tra i contadini poveri della Cina - IV. LA CRISI DELLA DEMOCRAZIA, FASCISMO, NAZISMO, COMUNISMO - Introduzione - Matteotti in Parlamento. Le violenze fasciste e l'«apologia della viltà» - Il Re e Mussolini. Dal diario d'un fascista «critico» - La disputa sull'Azione Cattolica - L'antifemminismo di regime. La donna nell'Italia fascista - Il linguaggio del fascismo - Le attività del tempo libero degli italiani negli anni Trenta - La guerra d'Etiopia: un'esperienza di guerra chimica e batteriologica - Il decalogo del razzismo fascista - Rifugiati antifascisti e spioni di regime a Parigi - La «Falange» di Primo de Rivera: la variante spagnola del fascismo - «La guerra di Spagna è un cimitero...» - La giovane «generazione inutile» e la «donna nuova» nella Germania di Weimar - Come si diventa nazisti - Direttive naziste per il boicottaggio antiebraico - Sotto l'incubo del nazismo. Vita in Germania, da due lettere di Benjamin - Il linguaggio del nazismo - Un architetto per la scenografia di regime - Tra mito e realtà. Turismo di massa nella Germania nazista - Il principio dello «spazio vitale» nel programma nazista - Il Patto anticomintern tra Germania e Giappone, 25 novembre 1936 - Il Patto di Monaco, 20-30 settembre 1938 - Mr. Chamberlain va a Monaco: una storia di giorni vissuti - Il «patto d'acciaio», 22 maggio 1939 - Le basi sociali dello stalinismo - Lettere dai campi di lavoro forzato nella Russia staliniana - La svolta del Comintern alla tattica del fronte unico popolare - La firma del patto di non aggressione russo-tedesco, 24 agosto 1939: un «abbraccio mortale» - V. LA SECONDA GUERRA MONDIALE E I PRELUDI DELLA GUERRA FREDDA - Introduzione - Gli armamenti delle potenze belligeranti - Lo stato degli armamenti dell'Italia all'entrata in guerra - Il patto tripartito, 27 settembre 1940 - Il destino dei paesi dell'Est nel nuovo ordine dell'Europa nazista - Il linguaggio dei Lager - La «Carta Atlantica» - La stampa italiana in tempo di guerra. Censure e direttive del regime - Italia affamata, Italia combattente. Lettere dal fronte interno e dai fronti militari (1941-1943) - L'Rsi. Il ritorno dei fascisti e la Repubblica del «partito delle armi» - La lotta partigiana in Italia e altrove. Un'analisi comparativa - Il proclama del gen. Alexander: la resistenza smobilitata? - Dopo Stalingrado, Kursk: la più grande battaglia terrestre della storia - Disumanizzare il nemico. La feroce guerra nel Pacifico - Lo sbarco in Normandia e la capitolazione tedesca - La conferenza di Yalta e il disegno di un nuovo ordine europeo - Le cifre del conflitto (1939-1945) - La fine della guerra: cosa era cambiato nella società italiana? - Il saccheggio dell'Urss e la difficile ricostruzione - America felix - L'Organizzazione delle Nazioni Unite - La «dottrina Truman»: il manifesto della «guerra fredda» - Il Patto Atlantico (4 aprile 1949) e il Patto di Varsavia (14 maggio 1955) - Il rapporto Krusciov, 1956. Lo stalinismo smascherato - VI. IL TEMPO DELLA «GUERRA FREDDA» MEZZO SECOLO DI TERRORI E SPERANZE - Introduzione - Usa e Cina, 1945: le direttive della politica americana in Estremo Oriente - George Marshall: l'uomo del «piano» - Alla nascita dello Stato di Israele. Una lettera augurale del presidente Truman - Il sionismo - Americani in Corea: perché? - L'America del maccartismo. Ricordi d'una vittima della «caccia alle streghe» - Da una lettera di Eisenhower a Bulganin: gli inestricabili nodi della «guerra fredda» - Americani in Vietnam: perché? - Tra «colombe» e «falchi»: l'«escalation» dell'intervento americano in Vietnam - Ho Chi Minh a Lyndon Johnson: nessun negoziato sotto le bombe - L'affare Cuba: un'isola in stato d'assedio - 13 agosto 1961: un muro divide la città di Berlino - La dichiarazione di Helsinki - Dagli schermi televisivi. Il discorso di Reagan alla nazione americana - I primi cento giorni di Gorbaciov. Un bilancio consuntivo - L'equilibrio del terrore - Il vertice russo-americano di Reykjavik. L'ultima illusione pacifista - La corsa agli armamenti in cifre - Guerre stellari ed economia terrena - La tragedia di una lunga menzogna - La caduta del muro di Berlino: il clamoroso epilogo della guerra fredda - Dopo l'Urss. La Russia e le altre repubbliche - La fine del bipolarismo e le incognite di un'egemonia mondiale unipolare - VII. LA GRANDE DECOLONIZZAZIONE E IL NUOVO COLONIALISMO - Introduzione - Tecnologia e sapere tecnologico - Spreco e corruzione - Amin Dada, il volto truce dell'Africa e i suoi fiancheggiatori - Guerre tra bambini, guerre senza storia - Lo sfruttamento del lavoro infantile - Ingerenze straniere politiche e militari: fattori di destabilizzazione permanente negli Stati del Sud - La «triade infernale» e le politiche del «Washington Consensus» - «I piani di aggiustamento strutturale»: strumenti di un nuovo patto coloniale - Un effetto boomerang del neoliberismo - Il commercio della droga. Il Perù: un caso esemplare - Le privatizzazioni e le loro conseguenze - La fine di un mito americano. I conflitti di interesse economici nell'èra del capitalismo multinazionale - L'invasione silenziosa delle Multinazionali. Economie allo sbando - Assassinio nella foresta - United Fruit Company: banane, armi e colpi di stato - Assalto al coltan. Le multinazionali e la guerriglia in Congo - Le donne delle maquilladoras. Violenze e crimini ai confini del Messico - Automi nel Terzo Mondo: job killer in azione? - Malaysia: scioperi e libertà sindacali - Le tigri dell'Asia - Gli zombi al Phosvel. Pesticidi sul Terzo Mondo - Lungo le vie del petrolio: guerre, guerriglie, rivolte - VIII. TRA TERRORISMO E GLOBALIZZAZIONE. I PARADOSSI DELLA SOCIETÀ OPULENTA - Introduzione - Anni Sessanta. La rovinosa esondazione del dollaro in Europa - I nuovi ricchi e i nuovi poveri - Automi, robot: nuova ricchezza e nuovi lavori nella terza rivoluzione industriale - Identikit di un manager - L'utopia del tempo libero - Culture e mode giovanili negli anni della contestazione - L'evoluzione delle classi e il malessere sociale. Il caso italiano degli anni Ottanta - La crisi degli intellettuali - La democrazia in crisi depressiva - Fondamentalismo e modernizzazione. Le ragioni di una difficile convivenza - Il terrorismo italiano e le sue basi sociali - La spirale del terrore in Palestina. Un identikit dei due popoli in lotta - Cronache dal terrorismo islamico nel Medio Oriente - Terrorismo contro terrorismo - Il paradosso della globalizzazione - Nel ventennale della globalizzazione. Un consuntivo - No Global, New Global. Una globalizzazione dal volto umano
Prefazione di Enzo Collotti
È sul finire del secolo scorso che si sono concentrati gli sforzi per darne una definizione sintetica e pregnante al tempo stesso. Vi ha contribuito la suggestione di un passaggio millenario, già di per sé stimolo a fissare nell'immaginario pubblico un'idea forte del secolo che stava per passare; meno, forse, l'esigenza di fare un bilancio di decenni tormentati, mossi anche dalla percezione di grandi mutamenti in corso o in gestazione. A partire dal «secolo breve» di Hobsbawm, l'unica di queste definizioni sorretta da un'interpretazione storiografica vera e propria e non solo da un'impressionistica memoria, si è cercato di cogliere in una frase sintetica la caratteristica del secolo. Si è parlato, così, del secolo del totalitarismo, o meglio dei totalitarismi, del secolo del male, del secolo delle guerre mondiali, del secolo del fascismo e del nazismo, del secolo del comunismo, del secolo del razzismo, del secolo dell'antisemitismo, del secolo della decolonizzazione e così via. Tutte definizioni che conservano una loro legittimità, ma che con l'accentuazione di uno degli aspetti principali inclina a dare una rappresentazione troppo esclusiva, al limite unilaterale, di realtà molto più complesse di quanto risulti da queste sintetiche espressioni. La loro assolutezza contrasta con l'idea del cambiamento che è insita in ogni processo storico nell'arco anche del periodo medio o breve, ed anche all'interno di ciascun frammento, sia cronologico, sia di sostanza. Nessun fenomeno storico è uguale a se stesso, anche solo nell'arco di pochi anni. Ma soprattutto contrasta con la complessità di situazioni tali da far sì che nessuna delle circostanze, come quelle richiamate dalle definizioni citate sopra, si presenti allo stato puro, ma sia coesistente con una serie di condizioni che ne garantiscono la possibilità stessa di emergere. La raccolta di testi che ci offre Monteleone ci consegna, viceversa, immediatamente l'immagine della complessità del secolo appena trascorso e nello stesso tempo la possibilità di costruire al suo interno, in un percorso anche di lungo periodo, chiavi di lettura diverse, da non isolare ciascuna dalle altre, ma da incrociare e mettere in rapporto dialettico, proprio per poterci restituire quella complessità di sviluppi, di fatti, di pensiero e di idealità che hanno costituito le tappe del divenire del secolo trascorso. Chi conosce il lavoro di storico compiuto da Monteleone nel corso di almeno cinque decenni, ritroverà in questa raccolta di testi alcuni dei filoni di interessi sui quali egli ha maggiormente riflettuto. Nominerei in primo luogo il fenomeno dell'imperialismo, che nel passaggio dal secolo XIX al secolo XX assume i connotati di uno sviluppo storico caratterizzante i tratti di un'epoca, proprio per il fatto di essere un fenomeno globale: dunque, non soltanto uno sviluppo fortemente legato a una determinata fase del capitalismo con risvolti economici di prima grandezza, ma anche un processo politico che investe il modo stesso di essere dello Stato, il quale nel nuovo rapporto tra potere politico e poteri economici e finanziari perde sempre più i caratteri dello Stato liberale ottocentesco, per assumere quelli dello Stato interventista, precisamente quello forgiato soprattutto dalle esigenze delle economie di guerra che si confrontarono all'epoca del primo conflitto mondiale. Ma esso fu pure un profondo processo culturale, posto in evidenza dal passaggio dall'idea di nazione alla sua esasperazione nel nazionalismo, che a sua volta preluse alla fine dello Stato liberale parlamentare, reso incompatibile dai nuovi compiti che gli affidava l'imperialismo. La spinta verso forme autoritarie di sistemi politici sanzionava la saldatura tra le esigenze di espansione tipiche dell'imperialismo e la necessità di disporre degli strumenti di potere di uno Stato forte abbastanza da imporre il disciplinamento della società, come premessa indispensabile per esercitare le proprie ambizioni e funzioni imperiali. In secondo luogo, richiamerei la storia del movimento operaio, per il carattere di antagonista storico dell'imperialismo, ma anche, nella sua autonomia, come protagonista della trasformazione e del progresso nell'epoca delle rivoluzioni industriali, delle lotte per il suffragio universale, per la protezione dei diritti dei lavoratori, delle agitazioni contro il militarismo e il pericolo di guerra, sino alla vigilia della Prima guerra mondiale. La storia del movimento operaio nel plurinazionale Impero austro-ungarico, non ultimo degli interessi sviluppati da Monteleone con i suoi molteplici studi sul socialismo nel Trentino anteriormente al primo conflitto mondiale, non è che una spia, non proprio un dettaglio, ma certo una proiezione più limitata, e per questo più percepibile nelle sue varie implicazioni, del più generale problema delle nazionalità. A questo tema Monteleone ha spesso prestato attenzione nei suoi presupposti teorici, come nei suoi intrecci politico-pratici. Basti pensare al nesso tra sentimento nazionale e internazionalismo, o a quello tra lotta di classe e questione nazionale, per rendersi conto non solo della centralità che la questione nazionale ebbe per il socialismo della Seconda Internazionale, ma anche dei termini dei problemi che in contesti tanto diversi tornano a richiamare il nostro interesse a distanza di decenni, riproponendone l'attualità oltre ogni controversia interpretativa. Il richiamo a questa complessità di approcci, che ha guidato Monteleone nei suoi studi sulla storia del XX secolo (considerato il nostro mondo contemporaneo per ciò che ha prodotto, ma anche per ciò cha ha incubato in una prospettiva a venire, al di là di rituali limiti cronologici), non deve far pensare che l'esemplificazione fin qui fatta sia acriticamente trasferibile e riproducibile nella raccolta di testi che qui si presenta. Una cosa, sì, mi pare che Monteleone riconfermi e cioè l'estrema difficoltà di sostenere una visione della storia del secolo passato riconducibile a una definizione unica, col rischio che, se troppo generica, non servirebbe a dar conto dell'insieme e della molteplicità degli sviluppi che l'hanno attraversato; se troppo rigida, potrebbe privilegiare aspetti importanti, ma non generalizzabili. Non va dimenticato che ciò che caratterizza la contemporaneità è la sempre maggiore vastità dell'orizzonte su cui dobbiamo proiettare la nostra osservazione, ossia la sempre minore distanza tra le diverse realtà del pianeta e la percezione sempre più ravvicinata di quel che accade nelle diverse parti del mondo, che ci è offerta dalle modalità della comunicazione odierna […].
01 agosto 2005 | La Stampa |