Saman e le altre
Il simbolico e il quotidiano di una comunità «salvifica»
introduzione di Annamaria Rivera
Uno studio, frutto di una lunga esperienza diretta, per tentare di capire come una originaria utopia si sia trasformata in una comunità/società del tutto aperta al malaffare e allo sfruttamento economico del disagio e della sofferenza.
- Collana: Nuova Biblioteca Dedalo
- ISBN: 9788822061850
- Anno: 1996
- Mese: gennaio
- Formato: 14 x 21 cm
- Pagine: 240
- Tag: Antropologia Sociologia Droghe
Frutto di conoscenza diretta e di una lunga «osservazione partecipante», questo libro cerca di decostruire e decifrare, con l'ausilio di analisi e categorie antropologiche, il puzzle ideologico alla base di Saman, la comunità di recupero fondata da Mauro Rostagno. Attraverso la descrizione della vita quotidiana, delle terapie, dei personaggi, dei simboli e dei riti della comunità, Tarì mostra come il magico ashram di Lenzi voluto da Rostagno si sia trasformato in un'istituzione totale, «una delle tante ches'incontrano nella moderna storia del trattamento della devianza». Malgrado l'ispirazione iniziale, Saman ha compiuto un percorso simile a quello di tante comunità «salvifiche» (terapeutiche o religiose) che hanno visto affondare la loro utopia comunitaristica nelle sabbie mobili del carisma usato in funzione del potere e del successo della leadership. Un percorso favorito dalla cultura proibizionista e dalla legge sulle tossicodipendenze ispirata dalla triade Craxi-Muccioli-Cardella; dalla conseguente trasformazione di una terapia alternativa in terapia di massa «selvaggia»; dalla pretesa della comunità di farsi autosufficiente e separata, impermeabile ai rapporti e al controllo della società civile, ma, infine, del tutto accessibile al malaffare e allo sfruttamento del disagio e della sofferenza. Scritto ben prima della recente indagine della procura di Trapani sull'omicidio Rostagno, il volume è arricchito da una introduzione dell'antropologa Annamaria Rivera e da un contributo del giornalista Michele Gambino.