La casa che Giacomo costruì
romanzo antropologico
introduzione di Vittorio Lanternari
La straordinaria storia di una stirpe contadina italiana, narrata da un americano, che sembra far parte di quel filone di narrativa italiana del dopoguerra (come La storia della Morante e La ciociara di Moravia) dedicato a figure di donne del popolo.
- Collana: Nuova Biblioteca Dedalo
- ISBN: 9788822061287
- Anno: 1992
- Mese: gennaio
- Formato: 14 x 21 cm
- Pagine: 320
- Tag: Antropologia Etnologia Letteratura Romanzo
L'appassionante storia della lotta, del coraggio e del successo di una famiglia italiana di ambiente rurale nel raggiungere la desiderata stabilità economica e nel consolidare l'unità familiare. Siamo in Italia meridionale all'inizio del secolo e Rosa e Francesco Patella, costantemente minacciati dalla povertà, emigrano nel centro Italia alla ricerca di una vita migliore; seguono quindi le vicissitudini di Maria, la loro figlia, di suo marito Giacomo e dei loro quattro figli. Maria e Giacomo continuano la lotta, complessa e non priva di durezze, per una vita più agiata. Agiatezza che è infine raggiunta quando, nel 1966, Giacomo costruisce una nuova casa per la sua famiglia su un terreno di sette acri assegnatogli per sorteggio dall'Università di Agraria a seguito della bonifica dell'Agro Pontino. L'industrializzazione in atto nella zona consente una sempre maggiore prosperità alla famiglia e Giacomo, il cui intento è quello di creare una famiglia forte in grado di affrontare il futuro, costruisce altre due case per i suoi figli sul suo terreno. Il libro narra una straordinaria storia familiare e la analizza dal punto di vista antropologico. Da quella che in apparenza può sembrare una storia banale e ricorrente, si rilevano dei principi fondamentali: una acquisita ricchezza non implica necessariamente la dissoluzione dei legami familiari, come spesso avviene nelle moderne società industriali.