Il tipografo celeste
Il gioco del Lotto tra letteratura e demologia nell'Italia dell'Ottocento e oltre
prefazione di Vittorio Lanternari
La storia della cabala e le fortune del gioco del Lotto, analizzato su documenti e testimonianze d'epoca, sia come fenomeno importante della cultura popolare, che rispetto al contraddittorio atteggiamento degli intellettuali, da Giusti a Serao, Pitrè, Croce, Gramsci.
- Collana: Nuova Biblioteca Dedalo
- ISBN: 9788822060662
- Anno: 1987
- Mese: gennaio
- Formato: 14 x 21 cm
- Pagine: 192
- Tag: Antropologia Folclore Etnologia
Il gioco del Lotto, analizzato su documenti e testimonianze d'epoca di un'Italia reale ancora tutta da farsi, diviene in questo studio una ricca ed ancora attuale metafora del controverso rapporto tra intellettuali e popolo. "Oppio della miseria", "tassa sulla imbecillità": così molti assennati e giudiziosi intellettuali definivano il gioco, condannando la miriade di credenze che aleggiava intorno ad esso. E su questo tema si confrontano e si adoperano, con intenti diversi, nomi di grande spicco della storia nazionale: da Giusti a Matilde Serao da Pitrè a Croce a Gramsci ed altri ancora. Il popolo, dal canto suo, disubbidiente e "superstizioso", continuava ad inseguire - finalmente in un orizzonte ludico - il suo insopprimibile bisogno di fortuna. E soprattutto continuava, con tutte le tecniche "classiche" della magia demonologica e rinascimentale, a coltivare il sogno segreto e onnipotente di governare e perscrutare le leggi del Caso.