Il lato oscuro dell'Universo
Dove si nascondono energia e materia
Una presentazione illuminante del più grande mistero della cosmologia moderna.
- Collana: La Scienza Nuova
- ISBN: 9788822002419
- Anno: 2008
- Mese: novembre
- Formato: 14 x 21 cm
- Pagine: 248
- Note: illustrato b.n.
- Tag: Scienza Cosmologia Universo Astrofisica Energia
Tutti sanno che ci sono cose che non si possono vedere: l’aria che respiriamo, per esempio, o oggetti più esotici, come i buchi neri. Ma non tutti sanno che quello che riusciamo a vedere – i libri, i gatti, il nostro pianeta – costituisce solo circa il cinque per cento dell’Universo. Il rimanente novantacinque per cento ci è completamente invisibile, e la sua presenza viene tradita solo dai deboli effetti che ha sulla materia visibile. Questa «essenza» invisibile, secondo gli scienziati, è di due tipi diversi: la materia oscura e l’energia oscura. La prima tiene insieme l’Universo, mentre la seconda lo fa espandere a un tasso sempre maggiore. Cosa siano davvero è ancora un mistero, ma le recentissime scoperte della fisica sperimentale ci stanno avvicinando alla risposta. Dan Hooper racconta questa storia come un thriller appassionante, ricco di ipotesi, scoperte e colpi di scena, trasportandoci, con l’abilità di chi riesce a spiegare in maniera semplice anche le idee più complesse della scienza, in un viaggio alla ricerca dell’essenza ultima del nostro Universo oscuro.
Introduzione – Prefazione - 1. Il nostro Universo oscuro - 2. Stelle morte, buchi neri, pianeti e palle da baseball - 3. L’oscurità dal mondo quantistico - 4. Un animale oscuro nello zoo quantistico - 5. Una grande simmetria - 6. La Caccia - 7. Gravità, stringhe e altre dimensioni dello spazio - 8. In principio - 9. Il peso del vuoto - 10. Un universo improbabile? - 11. Prole cosmica - 12. Gli scettici - 13. Visioni del futuro - Indice analitico
Prefazione
Quando entrai per la prima volta a far parte del mondo universitario, come matricola, non mi sarei mai immaginato che, quattro anni dopo, avrei lasciato quell’istituto ormai in procinto di diventare un fisico professionista. In realtà, mi ero iscritto con l’idea di laurearmi in musica. Ma il suono della mia chitarra elettrica, alto e distorto, non impressionò molto i docenti della facoltà di musica e i concerti di Bach che mi incoraggiavano a studiare non mi convinsero mai del tutto. Dopo pochi mesi, cominciai a guardarmi intorno per un nuovo corso di laurea.
Durante l’anno successivo, decisi di laurearmi in economia, poi in storia, quindi in legge, poi di nuovo in economia, aziendale prima e finanziaria dopo, e infine in ingegneria (probabilmente elettronica, ma ancora non avevo deciso). Eppure, dopo tutto questo andirivieni intellettuale, non avevo ancora trovato niente che mi stimolasse davvero. Tutti questi corsi avevano i loro momenti di interesse ma, per quanto mi sforzassi, nessuno riusciva ad affascinarmi. Almeno una laurea in ingegneria mi avrebbe assicurato un buon lavoro, pensavo. Ed ero abbastanza bravo in matematica da passare i corsi senza troppi problemi.
Fortunatamente, questa storia non finisce alla Microsoft o all’IBM, a sviluppare software, ma ha preso un’altra direzione, verso qualcosa che trovo molto più interessante. Il piano di studi di ingegneria richiedeva un anno di fisica generale e un corso o due di fisica moderna. Quel primo anno me la cavai più o meno bene, con il minimo impegno, pensando che l’anno successivo sarebbe andata in maniera simile. Il primo giorno (o forse la prima settimana, non ricordo) del mio corso obbligatorio di fisica moderna, invece, cambiò tutto. Fu lì che sentii parlare per la prima volta di fisica quantistica. Al contrario di come avevo sempre pensato fino a quel momento, l’Universo non era affatto noioso, ma era strano e sorprendente! Era completamente differente da come me lo aspettavo. E non era solo la fisica quantistica a essere così strana. Proseguendo le lezioni, scoprii per la prima volta anche la relatività. Era tutto assolutamente sbalorditivo – e volevo saperne di più.
Mi misi a fare ai docenti di fisica delle domande che andavano al di là del programma di fisica del secondo anno. La maggioranza di loro era felice di rispondermi, ma non penso che capissi molto di quello che avevano da dire, ed ero certamente troppo impaziente per aspettare di seguire i corsi necessari per comprendere le loro spiegazioni. Fortunatamente, uno dei miei professori mi prestò un libro scritto da Paul Davies chiamato Superstringhe. Ho detto in varie occasioni che sono diventato un fisico teorico grazie a quel libro.
Chi mi conosce sa bene che ho una personalità decisamente ossessiva. Dopo aver letto Superstringhe, mi sentivo in astinenza come un eroinomane. Negli anni successivi, lessi altri cinque o dieci libri di Paul Davies, oltre ad altri libri di divulgazione scientifica di Michio Kaku, Kip Thorne, Richard Feynman, John Gribbin e altri. Il corso della mia vita cominciò a prendere una direzione ben precisa: non avevo altra scelta se non diventare un fisico.
A differenza di molti miei colleghi professionisti, leggo ancora libri di divulgazione scientifica. Non lo faccio più per imparare qualcosa di nuovo sulla fisica, ma per trarne ispirazione. È facile dimenticarsi quanto sia veramente eccitante e incredibile la scienza moderna. Solo raramente gli articoli scientifici pubblicati sulle riviste accademiche riescono a catturare il senso di meraviglia che è stato all’origine del mio desiderio di diventare un fisico. Eppure, sotto tutti gli strati di matematica e terminologie tecniche, le idee contenute in molti di questi articoli sono meravigliose e sorprendenti.
La mia speranza è che il libro che state per leggere riesca a cogliere una parte di quello stupore che io provo nei confronti della fisica e della cosmologia. Ancora mi ricordo l’effetto che avevano su di me quei primi libri di divulgazione scientifica. È con lo stesso spirito che ho cercato di trasmettere queste idee e queste scoperte – che considero tra le più eccitanti della fisica moderna.
I miei amici, la mia famiglia e i miei colleghi mi sono stati di grande aiuto nella scrittura di questo libro. Vorrei ringraziare Jodi Cooley, Gerry Cooper, Kyle Cranmer, Jon Edge, Josh Friess, Antony Harwood, Becky Hooper, Lori Korte, Jo Rawicz, Constantinos Skordis, Andrew Taylor, Roberto Trotta, John Wiedenhoeft e tutti quelli che certamente sto dimenticando per i loro consigli, i loro commenti e la lettura delle bozze. Vorrei anche ringraziare in maniera particolare il mio editor T.J. Kelleher, che è stato preziosissimo nel trasformare un insieme raffazzonato di parole in quello che spero sia un libro gradevole da leggere.
02 Aprile 2023 | La Repubblica |