Maurice Blanchot è nato nel 1907. Romanziere e critico permeato di cultura esistenzialista, ha indagato nelle sue narrazioni (Thomas l'obscur, 1941; Le dernier hamme, 1957; L'attente, l'Oubli, 1962) i grandi temi attuali dell'assurdo e dell'angoscia. La sua critica (L'espace litteraire, 1955; Le livre à venir, 1957; L'entretien infini, 1969) e i suoi saggi su Mallarmé, Kafka. Joyce, Sade, Lautréamont continuano, in altra chiave, questa ricerca lucida e impietosa. Uomo di sinistra, di lui vanno ricordati anche gli interventi teorici nel corso della rivoluzione del 1968.
Due fascinose figure di «irregolari» della letteratura mondiale rilette attraverso il sottile filtro intellettuale di uno dei maggiori critici francesi contemporanei.
Lautréamont, Sade: due irregolari della letteratura (e della vita) riletti attraverso il sottile filtro intellettuale di uno dei maggiori critici francesi contemporanei. Una critica che è anche teoria della letteratura (e della vita), e che ci guida, prendendoci per mano, nei meandri dell'assenza e del mistero entro cui esistono, e agiscono, le produzioni estetiche. Una ricerca aperta, senza conclusioni e senza fine, che sollecita il lettore a meglio conoscere, attraverso il simbolo degli scrittori presentati, se stesso.