Pene d'America
Un libro a metà strada tra il romanzo e il pamphlet: il racconto, stravagante e impertinente, di un viaggio negli Stati Uniti d'America.
- Collana: Fuori Collana
- ISBN: 9788822041050
- Anno: 1972
- Mese: gennaio
- Formato: 14 x 21 cm
- Pagine: 190
- Tag: America Critica letteraria Letteratura Romanzo
I personaggi che hanno imposto la loro presenza in questo libro sono tutti vissuti nella realtà fantastica di Filippo, l’io narrante, il subagonista, e ad essa appartengono interamente. Ciò vale a maggior ragione per coloro che si sono presentati qui con nomi e cognomi «storici»: tanto la loro esistenza mitica, e non realistica, alla stregua di quella di Achille, di Orlando o di don Quijote, è legata per sempre nella fantasia di Filippo ad un valore semantico, ad un semplice segno di evocazione nominale. Essi sono dunque i più “irreali”, nel senso positivistico di «realtà», e ogni riferimento a persone anagrafiche esistenti risulterà assolutamente impertinente o incongruo per chiunque sappia ancora distinguere tra il signor Rossi di una fiaba e gli innumerevoli «Rossi» dell’elenco del telefono. Per tutti gli altri la lettura di questo libro è rigorosamente sconsigliata. Romanzo o pamphlet? E chi ne sa niente! Sì, c’è gente che va in giro facendo mostra di sapere che cos’è un romanzo e che cosa è un pamphlet. Ma va evitata con cura... Io, per la verità, non sono stato abbastanza cauto. Il dattiloscritto di Pene d’America è stato rifiutato da ben 5 delle maggiori case editrici italiane, quei giganti di creta che di solito tengono i piedi in due staffe, uno «letterario» e l’altro commerciale, con regolare preminenza di quest’ultimo. Motivazione ricorrente: non è né un romanzo né un pamphlet – o anche: è un po’ romanzo e un po’ pamphlet. Evidentemente deve trattarsi di cosa gravissima.
Fabrizio Onofri