Is it possible to have the same growth of the consumption of material goods and energy of the last decades? The answer is no because of a long list of good reasons going from the respect for the environment and for future generations to the unfulfilled futility of this unsustainable run to waste. The truth is that we can live very well while consuming less, even much less. The idea that «half is enough» (of what? of almost everything) is the core of the book. Physics teaches us the ways and the means we have to reduce the waste of energy (and not only of energy) through its simplest and elementary terms, when we use it in our everyday life in order to understand how the objects and devices surrounding us work. The author explains (by doing practical examples) how to avoid waste using home heating and lighting, cooking and driving and managing rubbish. We could trigger a virtuous cycle of new habits, making use of innovations given by a healthy application of scientific findings, but also taking a jump back in time in order to recover behaviors of sobriety almost lost but not forgotten.
Giovanni Vittorio Pallottino
The physics of frugalità
Half (or even less) is enough
preface by Carlo Bernardini
We could live well, or even better, by reducing energy consumption: the physics of everyday life, easy everyone,teaches us how to do it.
- Series: ScienzaFACILE
Subject: Science
Year: 2012
Month: july
Format: 14 x 21 cm
Pages: 136
Prefazione di Carlo Bernardini - Premessa - 1. Introduzione alla sobrietà - Il necessario e il superfluo - L’estetica scientifica della sobrietà: il risparmio energetico - Facciamo qualche esempio - Anidride carbonica, effetto serra e protocollo di Kyoto - 2. Il riscaldamento e il raffrescamento degli edifici - Seguiamo le leggi fisiche se non vogliamo seguire quelle dello Stato - Il caso dei doppi vetri - Dentro al letto - Il riscaldamento della casa: autonomo o centralizzato? - I termosifoni in gabbia? Un controsenso - I locali non utilizzati - Il condizionamento passivo, ovvero l’uso accorto delle finestre - A Bolzano, dove fanno sul serio - 3. L’illuminazione della casa - Lampadine o stufette? - La luce bianca è fatta di tanti colori - Energia luminosa o flusso luminoso? - Le lampade fluorescenti - Un fotone per ogni elettrone? - Ma a noi cosa occorre? L’illuminamento degli ambienti - Convenienza energetica e convenienza economica - Dalle candele agli OLED e ai laser - 4. In cucina - Il colore delle pentole - Pentola grande o pentola piccola? - L’acqua che bolle: un termostato naturale o un invito allo spreco? - Il coperchio: a che serve? - La pentola a pressione - L’ebollizione dell’acqua e la pressione dell’aria - L’azione mirata del forno a microonde - Attenzione però al vapor d’acqua! - Il microonde e le leggende metropolitane - La prova del bicchiere d’acqua - Cuocere con il telefonino? - Il forno tradizionale: quand’è che ha senso usarlo? - Acceleriamo i tempi di cottura - I corpi caldi, quando si raffreddano, rilasciano calore - Il frigorifero - I prodotti di stagione - 5. In bagno - Lavarsi le mani e il viso - L’acqua che scorre lietamente - 6. L’elettricità in casa - Quando manca è un dramma, quando c’è si spreca - Le fasce orarie - Le eco-etichette - Il televisore sempre acceso? - Lo stand-by e la «ciabatta» - Le pile ricaricabili - L’elettricità in proprio, ovvero il fotovoltaico - Pedalando - 7. Per le scale - 8. L’automobile - Il frenetico che ci precede - Dove va a finire l’energia del carburante? - Quando il motore romba al meglio, è meglio davvero? - Fari sempre accesi? - Etichette energetiche e classi ecologiche - Rottamare o non rottamare? Questo è il problema - E l’automobile elettrica? - SUV, ovvero l’apoteosi del superfluo - Viaggi e spostamenti - 9. I rifiuti e la raccolta differenziata - 10. Per concludere - Glossario
2. Il riscaldamento e il raffrescamento degli edifici
Si dice spesso che le stagioni non sono più quelle di una volta. E che queste anomalie sono dovute all’opera sconsiderata dell’uomo. È verissimo. Lo dimostra il fatto che in molte case, uffici e centri commerciali veniamo sottoposti a temperature estive nei mesi invernali e a temperature invernali in quelli estivi. E quindi siamo costretti ad abbigliamenti assolutamente incongrui: camiciole a maniche corte d’inverno e maglioni d’estate.
Tutto deriva dalle scelte degli impiantisti e dei gestori degli impianti. I progettisti, per accrescere gli utili delle imprese costruttrici, sovradimensionano deliberatamente gli impianti, come se l’Italia si trovasse al Polo Nord per quanto riguarda le esigenze di riscaldamento e al centro del Sahara per quelle di raffrescamento.
I gestori degli impianti, a loro volta, ritengono di venire incontro ai desideri delle persone, sparando negli ambienti caldo a profusione d’inverno e freddo siberiano d’estate.
Ci sono, in effetti, delle norme sulle temperature degli ambienti, che stabiliscono limiti da non superarsi. Ma è almeno dai tempi di Dante che «le leggi son, ma chi pon mano ad esse?».
Per esempio una legge (n. 376 del 1976) che risale a quasi quaranta anni fa, al tempo della grande crisi energetica degli anni ’70, fissava a 20 °C la temperatura massima degli interni.
Quante volte l’abbiamo vista violata? Magari anche da parte di noi stessi?
Garantire temperature gradevoli è certamente opportuno, ma senza «esaggerare» (e qui le due «g» sono d’obbligo) al punto da renderle invece addirittura sgradevoli. Non dimentichiamo però che il grado di benessere percepito dipende molto dall’abbigliamento, che dovrebbe essere appropriato alla stagione, sia pure senza invocare i mutandoni di lana invernali suggeriti da Rigoni Stern. E che forti sbalzi di temperatura fra gli interni e l’esterno non giovano affatto alla salute. Del resto in passato gli impianti di riscaldamento nell’Italia meridionale erano una eccezione, come lo erano poi in tutto il nostro Paese, fino a pochi anni fa, i condizionatori.
Gli sprechi maggiori riguardano spesso l’ultima parte del periodo di riscaldamento, quando le temperature ormai primaverili non riescono a indurre qualche alleggerimento nella gestione dell’impianto, per esempio riducendo la temperatura dell’acqua o accorciando i tempi di accensione.
La scelta di far funzionare in modo insensato i sistemi di climatizzazione ha conseguenze veramente pesanti sui consumi di combustibili e di elettricità. C’è infatti una legge fisica, introdotta due secoli fa dal francese Joseph Fourier, che stabilisce come il flusso del calore attraverso una parete sia direttamente
in presenza di in presenza in assenza
persone di giorno di persone di notte di persone
d’inverno 20 °C 18 °C 18 °C
d’estate 25 °C 25 °C 27 °C
A qualcuno 20 °C in casa sembreranno pochi, ma in realtà questa è per l’appunto la temperatura esterna di una bella giornata di primavera! Che evidentemente non si affronta indossando indumenti estivi. E in realtà, vestiti adeguatamente, si vive benissimo anche a temperature relativamente basse. Come del resto avveniva comunemente in un passato non troppo lontano.
E poi 20 °C sono un limite di legge. Infatti le norme riguardanti il riscaldamento in vigore in Italia stabiliscono che le temperature degli ambienti di casa non devono superare questo valore con una tolleranza di 2 °C, cioè devono restare al di sotto di 22°C. Altrimenti? Non succede nulla... È un fatto però che io mi trovo fuori legge dato che in questo momento (siamo a dicembre) misuro 22,6 °C nella stanza dove sto scrivendo, che è priva di radiatori, mentre i radiatori degli altri ambienti di casa sono tutti spenti! Evidentemente qui, grazie a Fourier, arriva parecchio calore dalle altre stanze della casa attraverso il pavimento e il soffitto.
Ma allora a quali temperature tropicali si trovano questi coinquilini, per garantire flussi di calore così abbondanti?
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