Susan Moller Okin, docente di Political Science alla Stanford University (USA), è una delle pensatrici femministe americane più stimolanti, perché sa dialogare in profondità con i grandi della tradizione filosofica occidentale, scoprendone le contraddizioni e proponendo nuove prospettive. Contro coloro che si limitano ad una contemplazione "estetizzante" della differenza sessuale, la Okin prende sul serio le teorie liberali passate e recenti appellandosi ai loro ideali di giustizia, e mostrando come il ruolo sessuale non possa considerarsi un destino inevitabile di soggezione e di limitazione per le donne. Per questo si occupa dei rapporti tra femminismo e giustizia, femminismo e multiculturalismo, tra famiglia e politica: con un'ottica più ampia del solito: per le donne, ma anche o forse, soprattutto, per gli uomini.
Perché i teorici politici contemporanei non parlano mai della famiglia? La giustizia nella famiglia non è un dato naturale, ma deve essere "costruita": e ciò è possibile solo se viene messa in discussione la posizione delle donne in essa, la divisione del lavoro domestico non retribuito, che finora è stata determinata dal sesso, e che ha a sua volta distribuito anche i ruoli e i riconoscimenti nella vita professionale esterna, tra uomini e donne. Non è creando ghetti di protezione per le donne, o attribuendo loro vantaggi immeritati nella vita pubblica, ma solo eliminando l'ingiustizia del mondo privato - cioé facendone una questione da risolvere politicamente - che diverrà possibile realizzare una giustizia non maschile, nè femminile, ma umanista.