Giuseppe Giacovazzo, pugliese di Locorotondo, in Valle d’Itria. Giornalista, già direttore di rubriche e dibattiti tv, conduttore del Tg Uno Rai. Direttore del quotidiano «La Gazzetta del Mezzogiorno» negli anni ’80. Ha pubblicato Dietro la rabbia (Torino 1977), Storia di noi dispersa (Venezia 1988), Sciascia in Puglia (Bari 2001), Moro 25 anni dopo (Bari 2003), Puglia, il suo cuore (Bari 2004, tradotto in inglese), Adele (Bari 2007).
Questo libro racconta storie di trulli. Un sillabario di piccole storie vere tra paesi e campagne in Valle d’Itria dove sono vive le orme del «popolo di formiche» che qui ha creato la magia dei trulli. Ogni lettera dell’alfabeto un racconto. Briganti, baroni, contadini: un intreccio di ricordi e di fatti colti dal vivo con le passioni e i costumi di una civiltà che resiste alle invasioni barbariche del turismo senz’anima. L’autore è testimone fedele della sua Puglia, un Sud diverso dal solito cliché, ricco di contraddizioni e di luci, mai rassegnato e piagnone, aperto sempre al mare della vita.
Abito in un trullo. Una casa in collina dentro un bosco di lecci, fragni e viburni. Il passo degli uccelli migratori segna le stagioni. La neve cade due tre volte l’anno, non più come una volta. Il camino è la cosa più importante. Profuma di ulivi e agrumi. Le finestre danno sulla Valle d’Itria. Ogni sera l’orizzonte si popola di lumi.
Quando presentai un mio libro sulla Puglia nella nostra Ambasciata a Londra, un signore disse: «Non è lui che scrive, ma il suo trullo». Era lord Warwick, storico dell’età normanna.
Questo è il posto degli amici. Risento i passi di Eduardo, Paolo Grassi, Leonardo Sciascia. Riascolto le loro voci dal silenzio. Qui trascorse la bella estate in un trullo Andrea Camilleri con la sua giovane sposa, in luna di miele.
Queste pagine raccontano storie dei trulli. Un alfabeto di piccole storie vere tra paesi e campagne dove sono vive le orme del «popolo di formiche» che qui ha creato le vigne del fiano e la magia del trullo.