L'orecchio di Freud
Società della comunicazione e pensiero affettivo
Un tentativo di pensare la filosofia a partire dall'ascolto psicoanalitico. Una critica appassionata e innovativa del linguaggio piatto che domina il pensiero contemporaneo e la società della comunicazione. La ricerca di un sapere che oltrepassi la scissione tra conoscenza e affetti e che ponga con rinnovata forza il tema della trasformazione di sé.
- Collana: Strumenti / Scenari
- ISBN: 9788822053480
- Anno: 2005
- Mese: febbraio
- Formato: 14 x 21 cm
- Pagine: 224
- Tag: Psicoanalisi Psicologia Filosofia Sigmund Freud
Se numerosi sono stati i tentativi di fornire una lettura filosofica di Freud e della psicoanalisi (da Ricoeur ad Habermas, da Michel Henry a Derrida, a Zizek, fino ai più recenti lavori di area americana, da M. Cavell a J. Lear), questo lavoro prova a battere una strada in qualche modo opposta, puntando a offrire una lettura, o per meglio dire "un ascolto" psicoanalitico del testo filosofico e delle istituzioni sociali. Ciò che unisce i diversi capitoli del libro, dalla critica della società della comunicazione all'analisi del pensiero come forma autocurante della mente, fino alla messa in discussione dei paradigmi razionalistici che dominano la filosofia politica contemporanea, è il tentativo di accostarsi ad uno stile filosofico che recuperi la dimensione pulsionale, affettiva del pensiero e del linguaggio, davanti alla rarefazione della realtà e delle parole che caratterizza il mondo contemporaneo. Nel tempo dell'affermazione di paradigmi filosofici restii a concepire le cose nel loro spessore e nella loro molteplicità, pensare a partire da Freud significa rimettere con forza al centro del dibattito contemporaneo la possibilità di un sapere visto come costituzione mista cognitivo-affettiva, capace cioè di toccare/affezionare/trasformare il soggetto che lo fa proprio.
Presentazione - 1. Il linguaggio al tempo della comunicazione - La lotta di Freud - Dal dramma dell'alienazione all'estasi della comunicazione - Estasi, luce, pensiero filosofico - Ripetizione del problema: la triade filosofica - Intermezzo: un'analisi del tema dell'apertura in Martin Heidegger - Dove si rompe lo schermo: Freud nella società della comunicazione - 2. L'orecchio di Freud - Ascolto psicoanalitico e filosofia - Al di là della dialettica - Timpani filosofici - Farma-filosofie: Nietzsche - Lo stile di Freud - Intermezzo: balena e orso polare - Affezioni della mente - Il pensiero e l'assenza - Autocura della mente - Pensiero e narcisismo - Verso una ridefinizione dell'ideologia - Il limite del pensiero e il magma psichico - 3. Possiamo pensare un sapere di autotrasformazione? - Pluralità di regimi della verità - Sapere di conoscenza e sapere di autotrasformazione - Sul ritorno di un certo modello classico di autotrasformazione: la verità nella conoscenza - Sapere etopoietico dell'inconscio - Excursus. Lo statuto della parola: dal linguaggio-codice al linguaggio pulsionale - Cosa facciamo quando parliamo. Riprendere la lezione austiniana - Il linguaggio al crocevia tra cognizione e affetti - Verso una scomposizione dei dualismi filosofici - 4. Dalla teoria della mente alla teoria della società - Spettri della politica - Pensare la politica dall'interno - Alla ricerca di un nuovo vocabolario - L'alleanza impossibile: psicoanalisi e politica - La civiltà sul lettino di Freud - Scomporre l'opposizione individuo-società - L'istituzione come cura della psiche - La temporalità doppia - L'azione, il revenant, il teatro - Mettere in scena - Un confronto con la teoria arendtiana dell'azione - Spettri della politica - Bibliografia - Indice dei nomi
Presentazione
Questo libro rappresenta un tentativo di pensare a partire da Freud o, per meglio dire, a partire da quella certa intuizione vitale intorno a cui si articola l'esperienza psicoanalitica. È il tentativo di portare la strategia e il setting freudiano nel terreno della filosofia, di lasciar contaminare il linguaggio filosofico dall'incontro con quel genere di ascolto che Freud ha inventato, ma pure di denunciare un'insufficienza del pensiero quando si lascia travolgere da una certa piattezza che gli impedisce di vedere lo spessore delle cose, la loro ombra, la loro molteplicità (e ognuno può dare a questa critica i volti che preferisce nell'orizzonte della riflessione contemporanea: razionalismo ingenuo, riduzionismo naturalista, ragione funzionalista). Il primo capitolo, Il linguaggio al tempo della comunicazione, si chiede se quella curiosa forma di relazione senza faccia a faccia e colloquio senza inter-locuzione dialettica che Freud inventò alle origini della vicenda psicoanalitica non rappresenti oggi una sorta di opposizione alla nostra epoca dominata dal trionfo dello sguardo e del visibile, e in cui il linguaggio perde di densità e resistenza fino a volatilizzarsi nello scambio generalizzato della comunicazione. Inoltre il capitolo allude tra le righe al ruolo giocato dalla tradizione filosofica in quel curioso rovesciamento per cui il platonico «spettacolo della verità» ha trovato oggi un suo paradossale compimento nella verità come spettacolo che occupa il proscenio dell'età della comunicazione. Il secondo capitolo, L'orecchio di Freud, che dà il titolo al libro, avanza l'ipotesi di un ascolto psicoanalitico del testo filosofico, nel tentativo di portare alla luce gli aspetti affettivi, di autocura della mente che albergano nel pensiero, insieme al suo contenuto manifesto, come un doppio che costantemente lo accompagna. Il pensiero, la parola, l'azione stanno in due «luoghi» differenti – l'apparenza manifesta della superficie alla cui luce si espongono e il buio pesante del groviglio simbolico che ci abita e che essi provano, insistentemente, a sbrogliare o a rimbrogliare, a disfare e a rifare sempre, in un movimento che è più circolare che progressivo. Un predecessore di questo stile di pensiero, farmacologo della civiltà e auscultatore della filosofia, è stato a suo modo Nietzsche. Il terzo capitolo, Possiamo pensare un sapere di autotrasformazione?, si interroga sulla scissione tutta moderna tra conoscenza e trasformazione del soggetto conoscente, chiedendosi in che modo un sapere visto come costituzione mista cognitivoaffettiva (pensiero affettivo o affezionato, capace cioè di incapsulare il livello affettivo-pulsionale), possa contribuire all'oltrepassamento di una simile scissione. Il capitolo riprende la domanda che aveva assillato Michel Foucault negli ultimi anni della sua vita a proposito della ricerca di un sapere che, rifacendosi ad una bella espressione di Plutarco, Foucault chiama etopoietico, capace cioè di toccare/affezionare/trasformare il soggetto che lo fa proprio. Il quarto capitolo, Dalla teoria della mente alla teoria della società. Spettri della politica, estende l'interrogazione del terzo – ovvero come possiamo passare da un sapere che interpreta ad uno che trasforma – al tema della polis, nel tentativo di «pensare una teoria del potere insieme ad una teoria della psiche», come scrive un'autrice come Judith Butler. Ben al di là delle singole e tuttora rilevanti analogie tra psiche e società tuttavia, il più grande contributo di un approccio freudiano consiste a nostro parere nella elaborazione di una temporalità doppia, sempre sulla soglia dell'anacronismo e della sovrapposizione del passato sul presente, e come tale in grado di perturbare l'ontologia banale e monotemporale che domina molte delle riflessioni filosofico-politiche contemporanee. È il tema della hantologie (hantise in francese è la presenza infestante degli spettri) di cui ha scritto Jacques Derrida nel suo libro forse più freudiano, Spettri di Marx, a cui il titolo del nostro capitolo si richiama per manifestare un debito ed un omaggio al grande pensatore appena scomparso. Vorrei qui ringraziare le persone coinvolte, direttamente e indirettamente,da un lavoro lungo e faticoso come la stesura di un libro. Loro sanno che io sono grato a ciascuna di loro per ciò che hanno fatto per me, e per la pazienza dimostrata nell'accompagnarmiin un simile itinerario, con i suoi passaggi d'ombra e di buio. Le parole qui sono sostituite dagli sguardi. Desidero poi ringraziare coloro che mi hanno seguito in questa ricerca sul piano universitario. Pietro Barcellona sa quanto è grande la mia stima per la funzione educativa a cui lui crede profondamente e tenacemente. Ringrazio poi Fabio Ciaramelli per le letture critiche e i preziosi consigli che mi hanno aiutato a sciogliere diversi nodi, come pure sono grato a Sergio Benvenuto per i suggerimenti bibliografici avvenuti nel corso degli anni. Un grazie a coloro che mi hanno consentito di svolgere due periodi tanto fecondi di studio all'estero: il Prof. Miguel Vatter della Northwestern University di Evanston (Illinois) e la sua assistente, dr. D. Breuer, come pure il prof. G. Teubner della J.W. Goethe Universität di Francoforte sul Meno. Naturalmente, come è giusto dire in questi casi, le opinioni del libro riflettono solo quelle dell'autore. Infine questo lavoro gravita intorno a Freud e alla psicoanalisi, per cui esiste un'altra persona che sa quale sia il mio debito nei suoi confronti per una simile impresa. Questo libro è dedicato a tutte le persone della mia famiglia che non ci sono più, da troppo tempo ormai.
In memoriam. Roma, ottobre 2004