Per la storia del testo di Isocrate

Nell'oratoria attica i documenti erano l'indispensabile complemento del testo: con curiosa analogia Isocrate, nel discorso Sullo scambio, apologia di una lunga attività intellettuale e politica, volle inserire ampi estratti dei suoi precedenti scritti (Panegirico, Sulla pace, A Nicocle, Contro i sofisti, Nicocle) in luogo dei consueti documenti avvocateschi. Nel presentare questi brani egli fornisce dettagli sulle modalità di composizione, sull'occasione della loro prima diffusione e sui motivi che ne giustificano la ripresa. Nasce così un'antologia d'autore che costituisce una preziosa testimonianza sulle vicende di un testo ripensato da uno scrittore antico, visto che la citazione comporta anche, in diversa misura, una revisione degli originali. Isocrate è l'unico autore greco a noi noto che citi se stesso in maniera ampia e circostanziata. Attraverso l'accurata analisi degli elementi contenutistici e il vaglio di una problematica tradizione manoscritta, questo lavoro offre una visione d'insieme di un aspetto rilevante dell'opera isocratea fino ad oggi non adeguatamente valorizzato.