Il morbo di Anacleto
Un romanzo umoristico, opera prima di un autore nuovo, che è anche una satira pungente di personaggi e ambienti del nostro tempo.
- Collana: Fuori Collana
- ISBN: 9788822041104
- Anno: 1978
- Mese: gennaio
- Formato: 14 x 21 cm
- Pagine: 308
- Tag: Letteratura Romanzo
Questa prima esperienza narrativa di un autore «nuovo» può essere definita un romanzo umoristico. La chiave di lettura più ovvia è quella del puro divertimento: i numerosi personaggi con nomi di fantasia, ma con tratti psicologici quali è possibile incontrare ogni giorno nella realtà, escono vivi da una prosa di sapore volutamente e spassosamente tardo-ottocentesco. Le loro vicende, che ruotano tutte intorno al singolare e un po’ imbarazzante morbo di cui soffre il protagonista Anacleto (meno scabroso ma non meno fastidioso di quello di cui ha sofferto il tormentato Portnoy di Philip Roth) intrecciano una fitta rete di rapporti umani e di saporosi incidenti che ripropongono la legittimità del «diritto all’evasione».
Ma questa è anche una satira, apparentemente disimpegnata ma allusiva e pungente, di certi personaggi e ambienti del nostro tempo: il presentatore televisivo con le sue vanità e la sua scarsa cultura, le baronìe universitarie con i loro «morbi», le gerarchie militari con i loro vezzi, e una certa famiglia principesca che non è difficile riconoscere.
Una lettura «stravagante», un libro forse unico in un genere letterario che ha in Inghilterra una lunga e solida tradizione.